Giovedì scorso il responsabile del dicastero di cui De Luca fa parte senza avere le deleghe, ha infatti dato mandato al suo legale, l’avvocato Giuseppe Lucibello di Milano, di querelare per diffamazione il sindaco progressista.
Serv. di Roberta Cosentino
LA VICENDA – L’inizio della querelle tra Lupi e De Luca risale a pochi giorni dall’investitura del secondo come viceministro. Il primo scambio di battute ci fu sulla questione metropolitana di Salerno. Allora fu Lupi a ricordare a De Luca che «Salerno non è il Governo». Poi la questione delle mancate deleghe ha esasperato il rapporto tra i due, tanto che il sindaco non ha mai nascosto le frizioni. Neanche in pubblico. L’ultimo attacco a Lupi, risale al 3 dicembre scorso, quando il sindaco, dai microfoni del programma radiofonico «La Zanzara» ha esordito così: «Lupi è convinto che il ministero sia la sua bottega privata». Il giorno prima, ospite di Uno Mattina, De Luca, aveva giustificato il ritardo nell’attribuzione delle deleghe così: «Perché un uomo libero in quel ministero dà fastidio alle lobbies burocratico-affaristiche che ancora aleggiano su di esso». Il 28 novembre, quasi alla vigilia della pronuncia dell’Antitrust sull’incompatibilità del doppio incarico, il sindaco-viceministro aveva replicato alla risposta data da Lupi ad una interrogazione del Movimento Cinque Stelle, invitandolo alle dimissioni. «Questo imbecille, gli risponderemo per bene a tempo debito»: furono le parole del sindaco, che il giorno successivo ritornò sull’argomento dai microfoni di Radio Alfa. «Non ho intenzione di essere lo scendiletto di Lupi – disse – aho’ a Lupi, vuoi fare il pinguino con me. Ma io t’arroto!». A settembre scorso, poi, la battuta ironica. Ma anche pesante perché giocata su una presunta somiglianza fisica. «Tutto quello che accade alle Infastrutture è nelle mani del Pdl. Siamo in mezzo a uno scontro politico nel governo — sentenziò De Luca —. Sia chiaro che il mio interlocutore è il presidente del Consiglio Enrico Letta, che mette mano alle deleghe e non Maurizio Lupi». Poi la pesante conclusione: «Io non sarò Brad Pitt, ma lui sembra la figlia di Fantozzi». Il ministro affidò la sua replica a Twitter, con tanto di foto per testimoniare tutte le somiglianze che gli avevano attribuito fin’ora: il calciatore ex Milan Kakhaber Kaladze, Gianni Morandi, Demetrio Albertini e perfino Gollum del Signore degli Anelli.