Un anno di chiusura, un comitato e un gruppo facebook inneggiante alla sua salvezza. Dal 1 ottobre tornano i treni sulla Avezzano – Roccasecca e non possiamo che essere soddisfatti di questa splendida notizia. Per fare una battaglia sulle ferrovie chiuse è necessario – e lo insegna il dottor Panetta – avere un acuto occhio vigile in tutta Italia. E proprio spulciando il sito ufficiale dove vengono pubblicate le notizie ferroviarie, fsnews.it, sono emersi dei dati interessanti che potrebbero far orientare chi anche un po’ spaventato non riesce a capire come si possa passare da 51,6 milioni di euro a 400 milioni di euro per riattivare la Sicignano – Lagonegro. La Avezzano – Roccasecca è lunga 79 km, uno in più della tratta valdianese. Con un investimento di 14 milioni di euro RFI ha realizzato i seguenti interventi: sostituzione di rotaia su 10 km, sostituzione di traversine su 30 km e massicciata su 40 km.
Rinnovati gli impianti di segnalamento e telecomunicazione, oltre a nuovi attraversamenti pedonali a raso. Sistemati i marciapiedi e i pavimenti di nove stazioni (Cupone, Canistro, Civitella Roveto, Civita d’Antino, Balsorano, Sora, Arpino, Arce, Capistrello) e messe in sicurezza di ventidue gallerie per l’estensione di 10 km con pulizia, impermeabilizzazione, rifacimento della segnaletica e degli stradelli laterali. Dal prossimo mese circoleranno su questa tratta ben venti coppie di treni nei feriali. Adesso, fatte le dovute proporzioni, proviamo a riflettere. La Sicignano – Lagonegro è chiusa da più di ventisette anni e quindi l’usura del tempo avrà indubbiamente provocato danni maggiori alle infrastrutture. Considerando che da Sicignano a Polla ci sono 26 km e gli unici interventi riguarderebbero segnaletica, ponti e gallerie, essendo previsto solo un posto mavovra a distanza, a quanto può ammontare la spesa, a rigor di logica? 14 milioni per rifare una ferrovia su un tracciato che, facendo la media matematica dei tratti della Avezzano-Roccasecca su cui si è lavorato, dà come risultato proprio 26,6 km. Coincidenza strana. Forse togliendo i lavori di adeguamento delle stazioni e dei passaggi a livello, pressoché assenti, e ipotizzando, in più, i lavori di messa in sicurezza della linea che, tuttavia, attraversa zone di campagna e, quindi, ha bisogno soltanto della sistemazioni di ponti e gallerie, oltre che della sede ferroviaria, a quanto può ammontare la spesa per riportare il treno alle porte del Vallo? La proposta che il Comitato va facendo da tempo, quella di riattivare la tratta inizialmente fino a Polla, ha avuto un riscontro positivo da tutte le Istituzioni ma,purtroppo, non sono seguiti i fatti. Tanto che lo studio di fattibilità, ancora non presentato ufficialmente, nonostante le promesse di RFI , non dà cifre certe per i primi 26 chilometri. Andando a fare un accostamento con la Avezzano – Roccasecca, completamente rimessa a nuovo, la Sicignano – Lagonegro fino a Polla potrebbe costare – per eccesso – 30 milioni: sempre meno dei 31 milioni previsti per la costruzione del nuovo svincolo autostradale di Padula-Buonabitacolo, in sostituzione di quello già esistente, a 800 metri di distanza, per non parlare dei 26,6 milioni previsti per il nuovo svincolo di Sala Consilina Sud, a 7 km di distanza da quello, già esistente, di Sala Consilina. Il tempo delle chiacchiere è finito, è venuto il tempo delle scelte concrete per investire i pochi soldi che ci sono per il trasporto su rotaia, visto che l’Unione Europea, in ogni caso, non sborserà UN euro per gli svincoli autostradali, al contrario di quanto fa per le ferrovie, con un cofinanziamento fino al 50%.