Un’attesa lunga e snervante, “ma questo non importa, dicono i portavoce dei diversi comitati di lotta, se alla fine riusciremo a salvare il tribunale di Sala Consilina”. La speranza nel Vallo di Diano è proprio l’ultima a morire e anche oggi, nonostante il termine ultimo sia scaduto da giorni, rimane l’attesa; l’attesa di un dispositivo che possa cancellare il provvedimento di chiusura del foro salese, ormai in vigore dal 14 settembre, e il conseguente accorpamento al presidio giudiziario di Lagonegro. L’ultima parola dovrebbe arrivare dall’ennesima riunione, quella della Commissione di manutenzione, in pieno svolgimento nelle aule del presidio giudiziario lucano e sul cui andamento vige il massimo riserbo. Alla seduta hanno preso parte oltre ai tecnici incaricati dall’amministrazione di Gaetano Ferrari e allo stesso sindaco anche il presidente ed il procuratore della Repubblica del tribunale di Lagonegro Matteo Zarrella e Vittorio Russo, nonché il primo cittadino del comune lucano e alcuni suoi periti. Dopo tante proteste e gli altrettanti sospetti sollevati dai valdianesi, la commissione dovrà valutare e stabilire una volta per tutte se lo stabile destinato ad ospitare gli uffici salesi, rispetti tutti i parametri strutturali previsti dalla normativa vigente. Ad oggi, nonostante l’iter di chiusura sia andato avanti, restano in piedi una serie di perizie che dimostrano l’ inadeguatezza dei locali. L’obiettivo dello schieramento valdianese è quello di far scattare l’articolo 8 del decreto di chiusura, che prevede, in caso di inidoneità della struttura ospitante, lo slittamento di almeno due anni dell’accorpamento dei fori. La decisione, ora, valutati gli atti, è nelle mani del presidente del tribunale di Lagonegro. Al momento il trasloco di documenti e arredi è sospeso, in attesa di nuove disposizioni.
Roberta Cosentino