E’ stato un primo maggio di fuoco quello vissuto nel Vallo di Diano, non sul fronte meteorologico ma su quello degli incendi. L’intervento immediato dei pompieri, in alcuni casi, è stato provvidenziale. A Teggiano i caschi rossi guidati dal Massimo Impembo hanno impedito che finisce carbonizzata la chiesa di Sant’Andrea. L’impianto elettrico che illuminava la nicchia che custodiva la statua di Santa Caterina si sarebbe surriscaldato. E la girlanda di luci posta sul capo ha iniziato ad andare in fumo. Se ne sprigionato tanto fino ad arrivare fuori la chiesa, che fra l’altro era chiusa. Sul posto sono giunti i caschi rossi che hanno provveduto a spegnere le fiamme che avvolgevano la statua che è stata completamente distrutta. L’intervento dei vigili del fuoco ha evitato che venisse gravemente danneggiata la statua della Madonna di Pompei, che si trovava vicino a quella di Santa Caterina. La Madonna ha subito solo danni all’abito. Nel giorno della festa dei lavoratori i vigili del fuoco del distaccamento di Sala Consilina sono stati chiamati anche per altri tre interventi. A Sassano per estrarre la donna rimasta intrappolata nella sua auto dopo essere finita contro un fabbricato, nell’area industriale di Sala Consilina per domare le fiamme sviluppatesi tra la vegetazione in un ‘area non molto distante da alcuni capannoni e a Polla i vigili del fuoco sono dovuti intervenire per bloccare il fuoco che stava prendendo il soppravvento su una discarica abusiva di rifiuti pericolosi situata sotto un cavalcavia dell’autostrada A2 del Mediterraneo . Si tratta, fra l’altro, di un sito già sottoposto a sequestro. Su tutti e quattro gli episodi sono in corso gli accertamenti sulle cause degli incidenti e per l’identificare gli eventuali responsabili.
antonietta nicodemo
Un operaio disoccupato originario di Ceraso è finito agli arresti domiciliari per il reato di incendio boschivo. Ha 28 anni ed è ritenuto l’autore di due vasti incendi verificatisi nell’estate 2017. I Carabinieri della stazione di Ascea coordinati dal Capitano Malgieri della Compagnia di Vallo della Lucania, sono riusciti a risalire al piromane attraverso le indagini scattate appena dopo il primo rogo, in località Vreccia che distrusse gran parte del bosco tra Ascea e Ceraso. In quel caso le fiamme lambirono le abitazioni e costrinsero all’ evacuazione di alcune abitazioni. Un secondo incendio mandò in fumo l’area boschiva di Terradura nel Comune di Ascea. L’attività investigativa, come detto, partì dal primo evento avvenuto il 17 luglio di due anni fa. Nel pomeriggio le fiamme si propagarono nella macchia mediterranea per oltre 200 ettari di terreno. La presenza di più focolai fece subito intuire che non potevano trattarsi di fatti accidentali. Gli elementi raccolti nel corso delle indagini hanno incastrato il giovane disoccupato cilentano che hai militari non ha ancora spiegato perché ha appiccato il fuoco. Come disposto dall’Autorità Giudiziaria martedì sera il 28 enne di Ceraso è stato ristretto presso il suo domicilio.
antonietta nicodemo