Più di sessanta gare d’appalto truccate, ventisei atti falsi e trentadue episodi di corruzione. Sono questi soltanto alcuni dei numeri contenuti nei faldoni dell’indagine sugli appalti truccati in provincia di Salerno. Una maxi inchiesta in cui risultano indagati in settantanove, tra politici tecnici e imprenditori; per tutti la Procura di Salerno ha chiesto il rinvio a giudizio, istanza su cui il Gup, Renata Sessa, dovrà pronunciarsi il prossimo sette maggio. Un mese e mezzo di tempo che potrà servire ai 79 per valutare, eventualmente, la scelta di un rito abbreviato o un patteggiamento della pena , come già fatto nella prima tranche dell’inchiesta “Due Torri” sugli appalti truccati dall’imprenditore Giovanni Citarella , che con le sue confessioni ha portato ad un ulteriore approfondimento dell’indagini. Nel mirino dei pm Volpe, Rotondi e Valenti sono finiti soprattutto lavori stradali , tra cui la viabilità per l’aeroporto Costa D’Amalfi, quella attorno all’Università di Fisciano, il sottopasso ferroviario di Agropoli e un’ampia rete viaria del Cilento e della Piana del Sele. Nel lungo elenco degli indagati spiccano i nomi di due ex inquilini di Palazzo Sant’Agostino, entrambi appartenenti al Pd: Angelo Villani all’epoca dei fatti presidente della provincia di Salerno e franco Alfieri, ex assessore ai lavori pubblici e attualmente sindaco di Agropoli. Per Villani l’accusa è di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale; risponde di peculato, per aver fatto asfaltare con denaro pubblico la strada che portava al deposito di un suo supermercato Alvi, quarantamila euro il valore del bitume utilizzato. Diverse le accuse a carico di Franco Alfieri, che rischia il processo per aver intascato mazzette per 25mila euro per orientare l’aggiudica degli appalti indetti dal Palazzo Sant Agostino. A consegnargli i contanti, in due tranche da 10mila, sarebbero stati gli imprenditori Ruggiero di Capaccio, che per la loro posizione hanno già patteggiato. Imputati di corruzione sono, poi, otto dipendenti dell’Ente Provincia, che secondo gli inquirenti hanno incassato tangenti con importi variabili dai tre ai cinquantamila euro. Indagati dell’area più a sud del capoluogo risultano Antonio, Castrese, Luigi e Vincenzo Di Sarli tutti di Teggiano, Antonietta e Antonio Pagano di San Pietro al Tanagro, Daniele e raffaele Visco entrambi di Prignano, Emanuele Zangari e Giuseppe Logarzo tutti e due di Rofrano, Giuseppe Ambrosano di Castellabate, Antonio Cirillo di Perito e Gennaro Rizzo di Gioi. Individuati come danneggiati, invece, e per questo invitati a costituirsi parte civile nell’udienza di maggio sono, non solo la Provincia, ma anche i comuni di Fisciano, Nocera , Battipaglia e Agropoli, quest’ultimo centro amministrato dal principale indagato della maxi inchiesta sugli appalti truccati.
Roberta Cosentino