Dopo 14 anni dalla prima denuncia e undici di dibattimento, la Corte di Cassazione ha messo la parola fine al processo “Ghost Road”, relativo alla strada fantasma “Casal Velino – Celso” di fatto mai realizzata.
La Suprema Corte, trasformando il reato di peculato in truffa aggravata, ha così annullato, senza rinvio, la sentenza emessa nei confronti del direttore dei lavori Franco Cuozzo e dell’imprenditore nocerino Eduardo Sale, quella dell’ex funzionario del settore finanziario, Gerardo Volpe, per intervenuta prescrizione dei residui capi d’imputazione, e la sentenza nei confronti di Luigi Calenda, ex direttore del settore finanziario di Palazzo Santa Lucia. Rinviata, invece, alla Corte d’Appello di Napoli, soltanto una parte residuale del procedimento per una nuova valutazione con prescrizione.
L’inchiesta “Ghost Road”, che partì dalla denuncia dell’allora sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, assassinato nel 2010, ha permesso negli anni al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Salerno, di portare alla luce un sistema collusivo presso Palazzo Sant’Agostino, finalizzato all’aggiudicazione di appalti di fatto mai realizzati, ma pagati regolarmente alle ditte incaricate.
Tra i mancati interventi contestati, oltre alla “Casal Velino – Celso”, anche le strade provinciali “Battipaglia – Mare”, “Agropoli – Trentova” e “Rofrano – Ponte Trave” e agli istituti scolastici di Sala Consilina e Angri. Un lungo e tormentato iter giudiziario che la sentenza della Cassazione ha definitivamente chiuso.