Nuovi dettagli sull’inchiesta della Procura di Salerno denominata “Click Day”, che ha portato all’arresto di 36 persone, di cui 5 ancora irreperibili, e al sequestro preventivo di somme di denaro ritenute provento dell’attività illecita. Si tratta della seconda tranche dell’inchiesta del luglio scorso, quando 47 persone furono raggiunte da misure cautelari, e i nomi di alcune di queste risultano nuovamente nell’elenco degli indagati. Si tratta di imprenditori, liberi professionisti, tra cui anche avvocati, funzionari di patronato, pubblici ufficiali degli Ispettorati del Lavoro di Napoli e Salerno e commercialisti, tra i quali spicca il nome illustre di Nicola Salvati, 39enne di Poggiomarino, tesoriere del Pd, ora sospeso dal partito.
A vario titolo, gli indagati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione, falso in atto pubblico e auto riciclaggio.
Secondo quanto ricostruito dall’accusa, la sede centrale d’interesse per il gruppo criminale era nel comune di Capaccio Paestum, luogo di residenza del presunto ideatore, promotore ed organizzatore del sodalizio, Raffaele Nappi, arrestato per la seconda volta in 6 mesi. Tra gli indagati, posti ai domiciliari, anche persone di Eboli, Battipaglia, Sala Consilina, Albanella e Altavilla Silentina, oltre a soggetti dell’Agro nocerino sarnese, del napoletano e di origine straniera. Un giro d’affari di diversi milioni di euro, realizzato grazie all’inoltro di oltre 2.000 domande fittizie di cittadini extracomunitari, disposti a pagare tra i 6.000 e i 7.000 euro pur di ottenere il permesso di soggiorno o il nullaosta al lavoro.