Riceviamo e pubblichiamo..
Spenti i riflettori sulla polemica subita dal Comitato Pro Tribunale per avere organizzato a Sala Consilina un incontro pubblico nella stessa data del vostro convegno ad Atena Lucana, mi corre l’obbligo di scrivere per difendere la dignità di cittadini inermi, a cui è stato riversato addosso il fango nocivo della diffamazione. Sui social network abbiamo avuto modo di leggere frasi ingiuriose, proferite da alcuni componenti del comitato #dianoinpiena, al nostro indirizzo, commenti volgari e, soprattutto, l’accusa di “essere stati gli artefici del disastro che è sotto gli occhi di tutti” come anche di “pretendere di fare convegni per trovare una via d’uscita” per gli effetti provocati nel Vallo di Diano anche dallo sversamento di rifiuti tossici, così come evidenziato dalla indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Contro di noi sono state scagliate parole offensive, solo perchè avevamo osato approntare una manifestazione concomitante con quella sul processo Chernobyl, tenutasi per sollecitare la costituzione di parte civile da parte degli enti pubblici interessati dalla correlata inchiesta. Siamo stati in silenzio nel non replicare a tali ingiurie, usando gli stessi canali di comunicazione, un silenzio dettato preliminarmente dall’incredulità di fronte a tali attacchi e successivamente dalla volontà di capire meglio cosa stesse accadendo. Da alcuni esponenti di #dianoinpiena ci è stato chiesto di spostare la data del nostro convegno, perché gli amministratori valdianesi dovevano partecipare a quello di Atena Lucana. Non abbiamo potuto soddisfare tale richiesta, perché i nostri relatori avevano offerto la propria disponibilità per il 7 gennaio scorso e tra di essi v’era come rappresentante istituzionale del comprensorio il Presidente della Comunità Montana, che peraltro non è mancato all’appuntamento di Atena Lucana, come del resto gli altri amministratori valdianesi. Ci siamo domandati allora il motivo di tanto rancore nei nostri confronti che, se messo in relazione con i commenti letti in rete, ci risulta ancora incomprensibile. Noi del Comitato Pro Tribunale, che ci siamo impegnati in prima linea nella battaglia a difesa del Tribunale di Sala Consilina, mettendoci di nostro la faccia, la storia, la dignità personale, non ci stiamo a subire queste ingiurie. E’ grazie a noi che si sono tenute accese le speranze di salvezza del Palazzo di Giustizia, peraltro già soppresso. E’ merito nostro, e lo rivendichiamo con orgoglio, se sui giornali a tiratura nazionale, quando si parlava delle proteste sulla legge di revisione delle circoscrizioni giudiziarie, compariva la foto del nostro tribunale. Di tutta risposta a questi indiscutibili meriti, ora succede che, invece di stringersi solidalmente a chi per mesi si è adoperato nel mobilitare la comunità su questo tema,veniamo additati come “gli artefici del disastro che è sotto gli occhi di tutti”? Eh no, non siamo sporchi di queste accuse, non siamo disposti ad essere linciati idealmente. La nostra gente si sente offesa ed indignata, perché non ci siamo mai messi in competizione con voi, e perché non meritiamo queste calunnie. Certo non siamo impegnati come #dianoinpiena sui temi della difesa del nostro habitat naturale, ma anche a noi preme la tutela del territorio in cui viviamo con i nostri cari. A me in particolar modo perché miei congiunti hanno subito le conseguenze di tali devastazioni ambientali, ragione i più per la quale avverto l’alto senso morale di impegnarmi anche a nome loro. E aver organizzato un convegno concomitante con il vostro non può offrire a qualcuno di voi lo spunto per metterci alla gogna pubblica. La “fuffa” gettataci addosso la scrolliamo con sdegno, convinti che il tempo riuscirà a rendere giustizia di questi attacchi del tutto gratuiti. E a chi di #dianoinpiena ci aveva chiesto momentaneamente scusa, pur continuando a sollevare dubbi sull’operato del Comitato Pro Tribunale diciamo: noi saremo al vostro fianco nel difendere il Vallo di Diano dagli attacchi dei gruppi malavitosi che attentano alla salubrità del nostro comprensorio territoriale, purchè prendiate le distanze da coloro i quali ci hanno accusato. Se, invece, ritenete tutti che abbiamo delle responsabilità in merito a quanto evidenziato dall’inchiesta Chernobyl ed altro ancora, abbiate non solo il buon senso ma anche la decenza di imputarcele, facendo nomi e cognomi dei colpevoli. E’ il minimo che possiamo chiedervi al momento. Di altro, ossia di come abbiate diviso una comunità in buoni e cattivi, risponderete alla vostra coscienza, perché quello che alcuni di voi ci hanno riversato addosso non si scrolla facilmente, neppure per chi ha eato questa operazione diffamatoria. Ci piacerebbe che coloro i quali hanno perpetrato le offese riconoscano lo sbaglio, ma sinceramente e con il cuore in mano, senza remore e senza dubbi. E chissà che noi con voi potremmo iniziare tutta un’altra storia.