“La democrazia è in pericolo .” Questo è l’allarme lanciato dall’avvocato Franco Maldonato dal Bookstore Mondadori a Salerno dove venerdì ha presentato il suo libro “La rivolta di Sapri”, dedicato all’appassionata stagione delle rivolte meridionali degli anni ’70 e in particolare a quella che a Sapri portò all’occupazione dei binari della ferrovia per ottenere l’apertura dell’ospedale. Un’occasione per discutere dinanzi ai lettori di quella passione civile che oggi non c’è più. In questo contesto Maldonato ha sollevato la questione: “ La democrazia è in pericolo – ha detto – dal 1948 al 1976 le percentuali di quanti hanno partecipato alle elezioni per il rinnovo del Parlamento si attestano attorno al 90%, oggi siamo al 40%. Questo è un’importante campanello d’allarme per avviare una riflessione su quello che è necessario fare per difendere le ragioni della democrazia” . A fare eco alle parole dello scrittore e a condensare il senso del libro, che va ben oltre il semplice racconto di un fatto ma lo rende chiave di lettura del presente, il Preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Salerno Luigi Rossi che ha sottolineato l’attualità del libro di Maldonato. “ Prima della rivolta per l’ospedale, si assiste – ha detto – ad un crescendo di attese disilluse, di mediatori incapaci e anche disonesti e trapela la sfiducia nei linguaggi della rappresentanza, una sfiducia che getta le basi per il populismo. E’ quanto sta accadendo ai giorni nostri . La situazione attuale è anche peggio , la speranza è ridotta al lumicino e proprio intorno alla sanità non risolta c’è il rischio di un’altra rivolta.” Rossi fa riferimento proprio ai fatti locali e a quanto sta accadendo intorno all’ospedale di Vallo della Lucania. “ C’è una responsabilità- ha dichiarato senza mezzi termini – della rappresentanza locale che, per accontentare interessi di gruppi o di privati singoli, si spoglia dell’etica della rappresentanza.” La riflessione del professore è un messaggio che si attaglia anche alla situazione nazionale. “ Se non si risolve questa cosa della rappresentanza – ha concluso – la rivolta è estremamente reale, di nuovo, anche perché oggi bisogna fare i conti anche con il gap generazionale”.
Daria Scarpitta