Martedì 27 maggio alle 13 si svolgeranno gli interrogatori di garanzia delle due maestre indagate nella vicenda venuta alla luce in questi giorni presso la scuola primaria di Caselle in Pittari. Rina Lovisi e Rosa Fiscina dovranno presentarsi a Lagonegro davanti al gip Del Sorbo per chiarire le proprie posizioni. Sulla vicenda intanto emergono nuovi particolari. Tutto è partito dalla denuncia presentata alla locale Stazione dei Carabinieri da 3 mamme contro l’insegnante Lovisi in cui venivano lamentati i comportamenti violenti subiti dai figli: schiaffi, pizzichi, strattonamenti, tirate di capelli, nonché lo stato di terrore generato nei piccoli, minacciati e ammoniti affinché non dicessero nulla a casa. La vicenda infatti va avanti da tempo. Alcune segnalazioni c’erano già state nel 2001 e si erano ripetute anche nei confronti di altri insegnanti, non solo verso le due indagate, tanto che la Dirigente scolastica aveva già avviato un’indagine interna, effettuando visite a sorpresa nelle classi e destinando al termine della stessa un docente presso un altro plesso. Anche il precedente Dirigente aveva dovuto fare i conti con tali situazioni, richiamando in una nota gli insegnanti con “ l’abitudine di gridare a squarciagola … usare le mani con i propri alunni” e “…far venir loro il mal di pancia per i carichi di tensione emotiva”. Il tutto in un clima molto conflittuale esistente tra gli insegnanti tanto che era stato avviato un progetto rieducativo con una psicologa proprio per recuperare tali pessimi rapporti. Tuttavia i fatti contestati, accertati, vanno dall’anno scolastico 2011 sino al 12 maggio 2013. Tra gli episodi emersi nelle denunce susseguitesi, quello di un bambino di prima elementare rientrato a casa piangendo e con evidenti lividi sul collo, punito per un eccesso di vivacità manifestata in cortile dall’insegnante Lovisi che lo avrebbe afferrato per collo e riportato in classe dove gli avrebbe assestato alcuni schiaffi a gli avrebbe detto “Hai visto che le botte ti fanno calmare”. Anche la maestra Fiscina è stata accusata di aver offeso verbalmente un bambino consigliando alla madre di rivolgersi ad uno psicologo. Ma sono soprattutto le telecamere installate dai Carabinieri nelle classi Prima e Seconda dove insegnano le indagate ad aver inchiodato le due donne mostrando lezioni, si legge nell’ordinanza del Tribunale di Lagonegro, fatte di grida e minacce, con continue vessazioni fisiche e psicologiche. Conclusione rafforzata anche dalle testimonianze di alcuni ragazzi delle medie di Caselle che avevano confermato in una visita della Dirigente scolastica le aggressioni subite durante gli anni della scuola primaria. A far decidere il Gip per l’adozione delle misure cautelari il fatto che le indagate non sono sembrate in grado di porre un freno ai loro comportamenti. Prova ne è che, ad un certo punto, avendo capito di essere intercettate, sebbene pensassero che fosse un accorgimento della Dirigenza e non dei Carabinieri, avevano cambiato atteggiamento cessando le violenze, ma per riprenderle di lì a poco perché, si legge sempre nell’ordinanza, “… la natura violenta e l’assenza di freni prendono di nuovo il sopravvento”. Ora la Lovisi si trova ai domiciliari. Il suo comportamento, già sottoposto ad ammonizioni e più avezzo alle punizioni fisiche, è stato ritenuto dagli inquirenti difficilmente recuperabile. La Fiscina, invece, è stata sospesa per due mesi dall’insegnamento, seppure anche lei qualche volta sia ricorsa alle mani, i comportamenti a lei contestati sono soprattutto verbali.
Daria Scarpitta