Il Corpo Forestale dello Stato di Vallo della Lucania ha sequestrato “Il Pirata”, il noto ristoro di Punta Infreschi a Marina di Camerota. Non si è ancora spenta l’eco per l’incendio appiccato nella bellissima località che già una nuova vicenda, connessa in qualche modo a quell’atto vandalico, finisce per macchiare la suggestiva area protetta. Il CTA di Vallo ha infatti denunciato il 36enne titolare dell’attività eistente in quel luogo in quanto considerato responsabile di aver occupato abusivamente suolo demaniale. L’operazione è scattata a seguito della segnalazione di un privato che aveva lamentato il degrado della bella spiaggetta. Proprio l’incendio appiccato nei mesi scorsi lungo la parete rocciosa con grave danno per la vegetazione spontanea, aveva finito infatti per coinvolgere il materiale che solitamente componeva l’attività di chiosco bar che durante l’estate animava la Baia Infreschi e che era stato lasciato sul posto nonostante la concessione fosse scaduta. Le Giubbe Verdi del Comando Stazione Forestale di San Giovanni a Piro durante le indagini hanno così individuato in due piccoli anfratti all’interno della roccia caratteristica dove si svolgeva l’attività, lungo la scala di accesso e sulla zona interna della spiaggia vari cumuli illeciti di materiale, quali infissi, strutture metalliche, materiale per ormeggi, alcune imbarcazioni, funi, bottiglie, frigo bar, diverse griglie di acciaio per la cottura dei cibi di arrosto, palizzate in legno, bagni chimici, e quanto altro tutto però parzialmente danneggiato e bruciato per l’incendio. Dagli accertamenti successivi è venuto fuori che i permessi rilasciati dall’Amministrazione Comunale di Camerota per lo svolgimento dell’attività erano scaduti. Con ogni probabilità però le strutture erano state lasciate in zona abusivamente in attesa che venisse concessa nuovamente l’autorizzazione e , ora, dopo l’incendio hanno finitoper essere ancora più moleste, essendo diventate quasi spazzatura. La vicenda ,dunque, dopo la denuncia del proprietario, non si è conclusa. Le indagini infatti ora devono appurare la legittimità dei titoli concessori rilasciati anche in passato ed eventuali altri illeciti perpetrati in danno all’ambiente ed al paesaggio, visto che l’attività così come l’abbandono di queste strutture avveniva in un’area di particolare pregio. Questa operazione apre anche una nuova pista alle indagini sull’incendio la cui matrice dolosa più volte affermata , ora si impone prepotentemente. Il Corpo Forestale, che ritiene il rogo di origine vandalica, non esclude però che a determinarlo potessero essere state intenzioni intimidatorie o invidia commerciale, data l’importanza e lo splendido scenario che la località offre e il fatto che accolga ogni anno numerosi turisti.
Daria Scarpitta