E’ arrivata fin nel Cilento l’eco dell’orrida tragedia avvenuta a Torrione a Salerno dove un uomo di 45 anni, Lino Renzi, affetto da una grave forma di schizofrenia cronica, ha ucciso la madre 73enne , Maria Pia Guariglia, ne ha sezionato il cadavere, cucinando e mangiando una parte dei resti. Un rituale macabro dai chiari significati psicologici. Il padre di Lino, l’ex sociologo Angelo Renzi, morto nel 2009, era originario di Prignano Cilento, dove spesso la famiglia trascorreva qualche periodo di vacanza e dove proprio nel periodo in cui si sono acuiti gli episodi psicotici del 45enne , si sono notati i primi atti di questa pazzia irrefrenabile. Solo qualche mese fa, Lino aveva dato fuoco alla casa paterna a Prignano distruggendola e sempre nella cittadina cilentana aveva finito per inveire contro più di un’automobilista colpendo i loro veicoli con una spranga di ferro. Dal ’90 erano noti i disturbi psichiatrici dell’uomo, ma la situazione aveva incominciato a peggiorare a partire dal 2000 con i primi ricoveri presso la Salute Mentale di Salerno e i primi atti agressivi. Dal 2009, anno della morte del padre, l’unico in grado con la propria autorità di mettere un freno al figlio, la schizofrenia era stata sempre più totalizzante per Lino che, dopo aver tentato di gettare la madre dal balcone, era stato nuovamente ricoverato. Proprio qualche mese fa, dopo quella che era sembrata una stabilizzazione delle sue condizioni, aveva fatto ritorno in casa, fino al terribile epilogo. Maria Pia Guariglia, maestra in pensione, sapeva, secondo i vicini, che prima o poi sarebbe morta per mano del figlio. E proprio quell’amore totalizzante che l’aveva spinta ad accudire il figlio nonostante tutto da sola, è diventato il punto focale della psicosi del figlio che aveva diretto la propria paranoia, il proprio irreale senso di minaccia,verso il più importante oggetto d’amore, la madre.
Daria Scarpitta