E’ stato rimesso in libertà il geometra di Ascea Pasquale Greco finito ai domiciliari dopo lo scandalo su mazzette e appalti pilotati all’ospedale pediatrico Santobono e l’Adisu scoperto dall’Antimafia di Napoli. Il Riesame ha accolto la memoria difensiva presentata dal suo legale, l’avvocato Franco Maldonato, e ha deciso per l’annullamento dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare agli arresti domiciliari. Greco, uno dei due salernitani coinvolti nell’inchiesta partenopea, era accusato, per il suo ruolo di supporto tecnico al Rup presso l’Adisu, di corruzione e turbata libertà degli incanti in concorso, dopo le dichiarazioni della gola profonda Pietro Coci, l’imprenditore al centro delle indagini che ha deciso di collaborare con la giustizia. Secondo Coci , il geometra, assieme all’altro salernitano, il direttore amministrativo dell’Adisu, Umberto Accettullo di Pontecagnano, avrebbe aggirato le norme sugli appalti e si sarebbe fatto consegnare somme di denaro e un Iphone per favorire l’aggiudicazione di alcune gare a ditte riconducibili o vicine a Coci. La difesa di Greco, invece, ha sostenuto l’innocenza dell’uomo sulla base di tre elementi: l’inattendibilità delle dichiarazioni accusatorie di Coci, l’inconcludenza delle intercettazioni che non avrebbero consentito di dare riscontri precisi alle accuse, e l’irrilevanza del ruolo rivestito dal geometra nei processi decisionali dell’Adisu, tanto da non poter orientare gli affidamenti dei servizi dell’Ente. L’avv. Maldonato ha sostenuto, tra l’altro, che Greco non era un dipendente pubblico, ma un libero professionista destinatario di un incarico temporaneo in materie che non riguardavano le aggiudicazioni o gli affidamenti di incarichi. Le argomentazioni presentate sono state accolte e Greco è tornato in libertà, come lo stesso Accettullo per cui però il Riesame ha imposto la sospensione dal servizio per 10 mesi.
Daria Scarpitta