“Vorrei essere libero di scegliere una morta dignitosa”. Questo chiedeva Gianpaolo Galietta, 47enne di Montano Antilia, in un video spot pubblicato su youtube 2 mesi fa per promuovere la raccolta firme sull’Eutanasia Legale. Il 22 ottobre si è spento circondato dall’affetto dei suoi cari mentre era in stato di sedazione profonda. Sulla sedia a rotelle dalla nascita, a causa di un’atrofia muscolare spinale, Gianpaolo aveva perso a 13 anni l’uso delle mani, a 27 la funzione di un polmone, a 33 la perdita delle ghiandole della termoregolazione corporea, cosa che lo aveva costretto da allora ad indossare una coperta termica anche d’estate. Una vita piena di sofferenze, ma affrontata, come racconta nel video, con il sorriso sulle labbra: “Anche quando ero triste ed infelice mi sono sempre sforzato di sorridere; lo dovevo alla mia famiglia e ai miei amici, che mi hanno sempre amato in modo smisurato”.
La sua battaglia per il referendum sull’eutanasia combattuta fino all’ultimo respiro l’ha vinta. Il numero minimo di firme, 500milanecessari per la consultazione popolare è stato ampiamente raggiunto e superato, arrivando quasi ad un milione. Ma i tempi della politica non coincidono quasi mai con quelli della salute. Non si sa ancora se e quando verrà fatto il referendum, se passerà il SI e se e quando ci sarà una legge sull’argomento. Troppo tempo e Gianpaolo non ne aveva più purtroppo a disposizione. Ulteriori aggravamenti del suo stato di salute gli hanno fatto scegliere la sedazione palliativa continua, l’unica via legale per alleviare il dolore, diventato ormai per lui insopportabile. Un trattamento sanitario che Gianpaolo ha cominciato il 20 ottobre, poi dopo due giorni è sopraggiunta la morte. Sabato scorso si sono svolte le esequie. Giampaolo ha lottato fino alla fine. Il suo esempio, la sua forza e il suo sorriso continuano a vivere, una testimonianza coraggiosa nella sofferenza.
Gianni Palladino