Dopo più di vent’anni, sono riprese le ricerche nei siti preistorici del Monte Cervati. Il Comune di Monte San Giacomo, guidato dalla prima cittadina Angela d’Alto, ha dato l’avvio a questo progetto di valorizzazione e promozione del patrimonio archeologico del Cervati a fini scientifici, divulgativi e di tutela, grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Salerno e Avellino, e il coinvolgimento di un gruppo di Atenei nazionali e internazionali, tra cui l’Università di Siena che da più si mezzo secolo porta avanti ricerche e scavi in diversi siti cilentani.
L’attuale progetto interesserà le cavità più significative che ricadono nel territorio comunale di Monte San Giacomo, vale a dire la Grotta dei Vallicelli e l’inghiottitoio di Pian di Varlacarla, detto anche Grotta Merola. Quest’ultimo rappresenta uno dei siti protostorici più importanti del Cilento, e forse di tutta la Campania, in quanto conserva testimonianze di riti funerari che pare risalgano all’inizio della media età del Bronzo. La Grotta dei Vallicelli, invece, è unica nel suo genere in quanto sono state in passato rinvenute tracce dell’Uomo di Neanderthal, in particolare strumenti in pietra databili intorno ai 45-40 mila anni fa, ossia un periodo in cui sul territorio era presente anche l’Homo Sapiens.
Le nuove ricerche di questi mesi saranno dunque fondamentali per capire come le due specie hanno interagito e convissuto tra loro e le cause che hanno poi portato all’estinzione dell’Uomo di Neanderthal. Un dibattito tutt’ora aperto a livello europeo, e proprio dalle ricerche alle grotte del Cervati potrebbero arrivare le giuste risposte.