” I quattro soldi che mi davano per le supplenze nelle scuole non li spendevo per la casa ma per acquistare oggetti antichi di cui la gente voleva disfarsi. Tutti mi credevano una folle ma oggi hanno capito il valore del patrimonio che ho costruito a memoria della storia del mio paese e dei Comuni limitrofi “, una bella testimonianza d’amore per la cultura e le tradizioni locali che ha lasciato in eredità Clorinda Florenzano, scomparsa lo scorso 10 ottobre all’età di 96 anni. Insieme alla sorella Modestina, è stata la fondatrice del prezioso museo etnografico inaugurato nel 1976. Una esposizione permanente divenuta, nei suoi 42 anni di vita, una tappa importante per i turisti che raggiungono il basso basso salernitano ed una tappa obbligata per chi si reca in visita all’Oasi del wwf, un’altra perla del piccolo comune del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano. Modestina e Clorinda, rimaste nubili fino alla fine della loro vita, erano entrambe insegnati di scuola primaria negli anni “60 /“ 70. Un lavoro che gli ha consentito di girare per i paesi del territorio e di avere contatti con i giovani del posto e con le loro famiglie e questo gli ha consentito di ampliare la loro raccolta. Il più delle volte acquistavano i vecchi oggetti da collezionare con il denaro ma anche attraverso il baratto. “ Spesso – ricorda Elfriede Caiafa che oggi si prende cura del Museo – Clorinda scambiava un oggetto antico con uno nuovo. Ed ha sempre voluto che chi visitava l’esposizione venisse accompagnato nel castello in cui viveva, per accompagnarlo in un altro viaggio nella storia del Cilento e dell’intero mezzogiorno d’Italia”. Nell’ala del palazzo baronale in cui ha convissuto con la sorella, infatti, ci sono in mostra opere d’arte e tante altre testimonianze della trazione meridionale. Seguendo la volontà della zia Clorinda, il nipote che ha ricevuto in eredità il prezioso immobile trecenteso ha già deciso, d’intesa con il Comune, di trasformarlo in una casa museo. “ Già è stato definito tutto – afferma il Sindaco Cono D’Elia – l’Ente Locale si faremo carico di tutte i costi di ristrutturazione, manutenzione e custodia. Quello che le signorine Florenzano hanno lasciato alla nostra comunità ha un valore inestimabile” . Il Museo si compone di 12 sale che attraverso l’esposizione di antichi attrezzi da lavoro, costumi suppellettili, tessuti, oggetti di ogni tipo e fotografie raccontano le origini di Morigerati e dell’intero basso salernitano. Una coinvolgente passeggiata nel tempo tra miseria e voglia di riscatto.
Antonietta Nicodemo