“E’ una sentenza che non dice la verità”. Sono queste le parole di Osvaldo Casalnuovo, il papà di Massimo, il 22enne di Buonabitacolo, morto in circostanze tragiche, quanto sospette la sera del 20 agosto di due anni fa. La famiglia del giovane lette le motivazioni delle sentenza, è più che mai decisa ad andare avanti affinché sia fatta piena luce sulla vicenda. “Ad oggi, ha sottolineato Osvaldo Casalnuovo, non sono stati valutati correttamente gli elementi”. Il verdetto del giudice Cioffi ha assolto il maresciallo dei carabinieri Giuseppe Cunsolo dall’accusa di omicidio preterintenzionale perché il fatto non sussiste; di qui, lette le motivazioni, depositate nei giorni scorsi, la famiglia Casalnuovo, tramite il suo legale, l’avvocato Cristiano Sandri, ha deciso di presentare ricorso in Appello. “E’ una sentenza che non rende giustizia e non spiega i motivi della morte di Massimo, ha detto papà Osvaldo”. Il decesso del giovane sarebbe sopraggiunto dopo la caduta dallo scooter su cui viaggiava , dopo aver tentato di eludere un posto di blocco dei carabinieri. L’accusa a carico del militare dell’Arma era stata formulata dal pubblico ministero Michele Sessa, il quale aveva ritenuto che la caduta fosse conseguente ad un calcio sferrato dal sottufficiale al motorino su cui viaggiava il giovane; comportamento che avrebbe provocato, prima, la perdita del controllo del mezzo, poi la caduta e conseguentemente la morte del 22enne che viaggiava in sella allo scooter senza indossare casco. “Sono sconcertato dalle motivazioni delle sentenza, ha rimarcato l’avvocato Sandri, le indagini della Procura , in alcune parti lacunose e deficitarie , meritavano che il Gup emendasse questo deficit, ma non ha ritenuto di farlo. Motivazioni che ha detto Sandri, impugneremo entro i termini previsti, non perché venga consegnato alla famiglia un colpevole, ma perché il secondo grado di giudizio deve essere la sede dove l’intera vicenda sia scrupolosamente valutata”.
Roberta Cosentino