E’ allettato e necessita di una visita urologica a casa, ma pur essendo stata prescritta dal suo medico, non gli viene concessa per motivi burocratici. La vicenda accaduta ad un ottantottenne invalido di Policastro Bussentino è approdata sulla scrivania del Ministro della Salute, del Governatore della Campania e della Direzione Generale dell’Asl di Salerno. A scrivere l’esposto per rappresentare le lacune dell’assistenza domiciliare integrata è il figlio dell’anziano, il noto giornalista Mario Fortunato. “La prescrizione per la visita domiciliare – ha scritto Fortunato nella missiva al Ministro – è rimasta inevasa perché il capitolato sottoscritto con la Medicasa (l’azienda privata che gestisce l’Adi nel territorio del Basso Cilento), non prevede la possibilità di essere visitati dall’urologo; e a nulla sono valsi i buoni propositi del responsabile del servizio.Un vero e proprio assurdo, se si considera che l’assistenza domiciliare si rivolge soprattutto alla popolazione anziana, e, tra le patologie delle persone della terza e quarta età, i problemi urologici sono sicuramente tra i più diffusi. La situazione è aggravata dalla circostanza che nell’ospedale più vicino, a Sapri, non opera un reparto/servizio di urologia. In pratica, a mio padre è negato il diritto di cura, e non ci viene indicato cosa bisogna fare per risolvere il problema; se non si vuole obbligarlo al trasferimento presso l’ospedale S. Luca di Vallo della Lucania (più di 50 chilometri per una semplice visita urologica!) o non ci si può rivolgere a uno specialista privato.” Fortunato, forte della sua esperienza nel direttivo di Cittadinanzattiva, ha sottolineato le violazioni dei diritti compiute nella vicenda, informando il Ministro e le autorità competenti nella speranza di veder modificata una situazione del genere perché non abbia più a ripetersi.
Daria Scarpitta