Pergamene, mosaici, affreschi, luoghi. La mostra “Nelle Terre dei Principi- monaci e comunità italogreche nel Principato longobardo di Salerno”” inaugurata sabato a Pertosa presso il Museo Mida 01 dal Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca è prima di tutto il racconto di una migrazione, quella causata a partire dagli inizi del IX secolo dalla conquista araba della Sicilia, ma è anche la storia di monaci e di santi che hanno praticato l’ascesi e hanno fondato monasteri, cenobi, che hanno fatto da guaritori, padri spirituali e diplomatici. E’ un’esposizione che parla di esistenze comuni ed esistenze eccezionali i cui movimenti e le cui azioni hanno inciso nel processo di formazione del paesaggio storico di ben 4 regioni: Campania, Calabria, Basilicata e Sicilia che ora si vuole recuperare a fini turistici. Questo periodo grande influenza ha avuto anche nella provincia a Sud di Salerno. Quest’area, infatti rientra a pieno titolo nelle Terre dei Principi, i domini longobardi toccati da San Nilo di Rossano che proprio nel Cilento iniziò la sua vita monastica. La mostra è visitabile gratuitamente dal mercoledì al sabato, dalle 14.00 alle 17.00 e la domenica dalla 10.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00. Ma questo è solo un aspetto di un progetto più ampio che ha finalità storiche e turistiche in quanto punta a recuperare un patrimonio materiale e immateriale dal grande fascino. 85 Comuni infatti hanno firmato con il Governatore De Luca e l’assessore Matera un documento di intesa per la realizzazione del progetto “Cooperazione interregionale “I luoghi del Silenzio. Itinerari del monachesimo italo-greco in Campania, Basilicata e Calabria. L’intenzione è di attivare percorsi turistici storici-culturali e religiosi nelle tre Regioni. Ad essere coinvolti in Calabria ci sono paesi come Praia e Scalea, in Basilicata Maratea, Lagonegro, e Lauria e nel basso salernitano, oltre a diversi Comuni del Diano e del Cilento , ci sono quelli di Santa Marina, Roccagloriosa, San Giovanni a Piro e Torraca. Qui le testimonianze del moachesimo italo-greco sono evidenti. Si pensi al cenobio basiliano di San Giovanni a Piro o al culto di Santa Marina nell’omonimo Comune. Il protocollo prevede di realizzare azioni di censimento, catalogazione e eventuale segnalazione alla tutela dei beni materiali e immateriali, la programmazione di azioni di valorizzazione coordinate e la progettazione condivisa di itinerari turistici. Da ora parte dunque l’impegno a divulgare promuovere a fini turistici questo patrimonio anche nel Golfo di Policastro.
Daria Scarpitta