Dopo nemmeno 3 settimane di lezione, le scuole campane tornano a chiudere i cancelli. Nella serata di giovedì il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, ha firmato l’ordinanza con la quale sospende le attività didattiche in presenza in tutti gli istituti di ogni ordine e grado e nelle Università. Un provvedimento nato dalla necessità di bloccare l’aumento dei contagi, anche all’interno delle scuole campane. Secondo il rapporto della task force regionale, fino al 15 ottobre scorso si registravano, tra alunni e docenti, 120 contagiati nell’Asl Napoli 1; 110 contagiati nell’Asl Napoli 2, 250 contagiati nell’Asl Napoli 3 e 61 nell’Asl di Caserta. Il Ministro alla Pubblica Istruzione Lucia Azzolina definisce la decisione del Governatore gravissima, inopportuna e sbagliata, e non esclude la possibilità di ricorrere contro l’ordinanza. La decisione assunta da De Luca divide i Sindaci. Nel Cilento e nel Vallo di Diano prevale l’idea che non si può continuare ad adottare provvedimenti a pioggia, senza cioè tenere conto delle condizioni sanitarie in ogni singola realtà.
Il presidente nazionale della associazione “Solo Dirigenti” critica la scelta del governo campano, ma da dirigente dello Stato si adeguerà, come il resto dei colleghi, all’ordinanza di De Luca. Per i presidi, la chiusura delle scuole poteva essere evitata potenziando il servizio dei trasporti e potenziando il personale nelle Asl.
La scuola in Campania dovrebbe riaprire venerdì 30 ottobre. Non si comprende perché a questo punto non poteva rimanere chiusa fino a sabato 31. Per Turchi non è problema di date, ma l’inizio di un lungo lockdown delle scuole.
Antonietta Nicodemo