Colpito più volte, nonostante la vittima gli chiedesse di desistere. Sono questi terribili particolari emersi durante l’interrogatorio di convalida del fermo di Karol Lapenta che aprono scenari ancora più inquietanti sull’omicidio di Buonabitacolo e sul profilo del giovane polacco indagato sui cui il prof. Camillo De Lucia è stato chiamato ad effettuare una perizia psichiatrica. Lapenta ha confermato nell’interrogatorio quanto confessato già la notte del ritrovamento del corpo di Pascuzzo, ossia che si era recato sul posto per acquistare dal suo coetaneo 50gr di marijuana, ma la vicenda si arricchisce di particolari fino ad ora poco noti .
Lapenta è da poco rientrato a casa dal supermercato di Montesano dove lavorava. Lo ha accompagnato il padre alle 21. Alle 21.30 esce e si reca all’appuntamento con Pascuzzo dove si presenta senza denaro ma con il coltello da macellaio. Al coetaneo di non voler correre rischi portando dietro con sé la marijuana e che, dunque ha intenzione di tornare in un secondo momento a prenderla. E’ una scusa per distrarre Pascuzzo. La vittima appoggia infatti la droga vicino alle tavole che chiudono gli accessi al capannone ed è in quel momento che Lapenta sferra la prima coltellata. Mentre viene colpito, Pascuzzo implora di essere lasciato e si gira di spalle, dove gli vengono inferti altri colpi. Lapenta nell’interrogatorio ne ricorderà solo due, sebbene siano sette i fori rinvenuti sul corpo della vittima. Poi il calcio sul viso, il trasdinamento del cadavere per una quindicina di metri fino a spingerlo sul greto del fiume, e l’arrivo al centro Cupola, punto di ritrovo dei giovani. Lì Lapenta è andato subito dopo l’assassinio . E’ rimasto per circa un’ora a parlare e fumare con gli altri ragazzi della sua età. Nei giorni successivi Lapenta non è tornato più sul luogo del delitto. Lo ha fatto solo sabato mattina, poco prima del rinvenimento di Pascuzzo, per sincerarsi – ha spiegato agli inquirenti – che il corpo fosse ancora lì. Una ricostruzione terribile che sottolinea l’efferatezza del delitto e che ancora una volta fa emergere un unico movente: la droga, che si voleva comprare ad ogni costo, pur non avendo il denaro.
Daria Scarpitta