Con l’accusa di omicidio volontario è stato arrestato Sandro Pili di Sapri. Dopo un lungo ed intenso interrogatorio ha confessato di aver accoltellato la moglie Pierangela Gareffa, 39 anni, ritrovata senza vita domenica notte nel loro appartamento in contrada Fortino nel comune di Vibonati. Prima al Capitano dei Carabibnieri Emanuele Tamorri poi al Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Lagonegro Vittorio Russo l’uomo ha raccontato ogni dettaglio di quella drammatica giornata consumatasi nella loro casa, in cui si trovava anche il loro unico figlio di 12 annni. Alle 15.30 circa i due hanno iniziato a litigare e in un momento di rabbia l’uomo ha preso in mano un coltello da cucina con una lama di 30 centimetri ed ha colpito la donna al torace. Secondo quanto ha raccontato Sandro agli inquirenti lui, dopo averla accoltellata le avrebbe tamponato la ferita: “sembrava che stesse meglio- ha detto Pili- Intorno alle venti ha poi iniziato a vomitare sangue ed insieme abbiamo deciso di andare in ospedale ma il giorno successivo”. Purtroppo poco dopo la mezzanotte Pierangela ha spirato. Il marito pensava che ci fosse ancora il tempo per poterla salvare e in preda al panico si è precipitato a chiedere aiuto al vicino di casa insieme al quale hanno allertato i soccorsi ma per la donna non c’è stato nulla da fare. In un primo momento Sandro ha dichiarato che la moglie si era ferita al torace su una ringhiera mentre faceva pulizie nel giardino esterno alla casa. Messo sotto torchio l’uomo ha cambiato versione e lentamente ha confessato l’omicidio ed ha indicato il posto dove si trovava l’arma del delitto. Lunedi mattina è tornato nella sua casa insieme agli inquirenti per mostrargli esattamente dove aveva riposto il coltello. Era sul frigorifero in una scatola di cartone che conteneva una serie di coltelli in ceramica colorati e affilati. Quello più grande con una lama di trenta centimetri era ancora sporco di sangue. Il coltello è stato posto sotto sequestro e l’uomo è stato arrestato per omicidio volontario. Mercoledì presso l’ospedale di Sapri sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Pierangela. L’esito dell’esame dovrà servire a stabilire l’ora esatta del decesso e quindi se Sandro aveva il tempo per salvare la moglie , portandola in ospedale, e non lo ha fatto. In questo caso sarà accusato non solo di omicidio volontario ma anche di omissione di soccorso. Intanto la casa e il coltello continuano a rimanere sotto sequestro .
Antonietta Nicodemo
La famiglia Pili non era nota alle forze dell’Ordine. Nessuno dei due coniugi aveva mai presentato denuncia per maltrattamenti fisici o psicologici ed entrambi si prendevano cura del loro unico figlio di 12 anni. Chi li conosceva ricorda la donna come una grande lavoratrice e il marito come una persona che preferiva starsene in casa a giocare con la play station invece che cercarsi un’occupazione. Una condizione che Pierangela affrontava con grande energia e senza mai scoraggiarsi andava avanti, soprattutto per garantire al figlio una vita normale. Pierangela e Alessandro abitavano in un appartamento di Vibonati, al pianterreno di un edificio di proprietà dei genitori di lui, coppia ben voluta a Sapri e che ha trascorso molti anni in Germania per lavoro, dove nacque 48 anni fa Alessandro; poi i due hanno fatto rientro a Sapri dove continuano a risiedere. Proprio ai nonni paterni è stato affidato il figlio di Pierangela e Alessandro e a seguirlo saranno anche i servizi sociali che dovranno cercare di aiutarlo a superare il dramma vissuto domenica scorsa. Il ragazzino era in casa quando la madre è stata accoltellata. La donna è morta tra le braccia del figlio in un letto impregnato di sangue. Il dodicenne nel giro di poche ore si è ritrovato senza genitori. La salma della madre è nella sala mortuaria dell’ospedale di Sapri in attesa dell’autopsia e il padre è in carcere a Sala Consilina con l’accusa di omicidio volontario. Una storia che ha colpito due comunità: quella di Sapri dove Alessandro è cresciuto e dove vivono molti dei suoi familiari; e quella di Vibonati dove la famiglia Pilo risiedeva da qualche anno. La loro casa dista solo poche centinaia di metri dall’ospedale di Sapri, dove, se ricoverata in tempo, la donna poteva essere salvata. Ma la certezza si avrà solo dopo l’autopsia.
Antonietta Nicodemo