Era nel letto impregnato di sangue tra le braccia del figlio dodicenne che disperatamente urlava tra le lacrime “ perché non mi rispondi “ . Pierangela Gareffa è stata trovata senza vita domenica notte nella casa in località Fortino nel comune di Vibonati. Un appartamento al pianterreno in cui viveva con il marito Alessandro Pili e il loro unico figlio. Un ragazzino che nel settembre scorso ha iniziato a frequentare la scuola media a Sapri. Le indagini sono scattate intorno all’una e trenta perché solo a quell’ora sono stati allertati i soccorsi. L’inchiesta anche se non è ancora chiusa ha un colpevole ed è il marito che dopo l’ennesimo interrogatorio ha confessato l’omicidio. Gli inquirenti hanno ritrovato l’arma usata dall’uomo. E’ un coltello da cucina, dove si sarebbe consumata la tragedia dopo l’ennesima lite tra i due. Secondo quanto accertato con l’esame esterno la donna è stata ferita in profondità al polmone destro ed ha iniziato a perdere una grossa quantità di sangue. Poi sdraiata sul letto ha cercato di tamponare la ferita ma evidentemente era troppo profonda per bloccare l’emorragia. Pierangela è morta dissanguata. Con molta probabilità si sarebbe potuta salvare se fosse stata ricoverata in ospedale appena dopo la coltellata. Invece la donna sarebbe rimasta nel suo letto dalle 15,30 circa, quando sarebbe stata ferita dal marito, fino all‘una di notte, quando lo stesso marito ha chiesto aiuto al vicino di casa e poi ai soccorsi. Pierangela ha trascorso le ultime dieci ore di vita in una pozza di sangue stretta tra le braccia del figlio che non l’avrebbe mai lasciata fino a quando sul posto non sono giunti i medici del 118. E mentre la donna era agonizzante il marito se ne è rimasto in casa a giocare con la play station, con la quale trascorreva intere giornate. Il primo a trovarsi davanti alla drammatica scena è stato il vicino di casa. Alessandro ha bussato il suo campanello poco dopo l’una di notte chiedendogli aiuto perché la moglie aveva un grave ferita. sono entrato nell’appartamento – dice il vicino – ed ho trovato la donna sul letto impregnato di sangue ed il figlio che la stringeva tra le braccia . Ho cercato di rianimarla ma inutilmente . Una scena terribile che non potrò mai dimenticare ” . Sul posto sono giunti gli uomini del nucleo operativo e radio mobile della compagnia dei carabinieri di Sapri e la scientifica per i rilievi del caso. Il medico legale ha eseguito l’esame esterno intorno alle 4 di notte. La salma è rimasta in casa fino alle 12,30 quando poi è stata trasferita presso l’ospedale di Sapri dove sarà eseguita l’autopsia. Durante le ispezioni interne alla casa è stato ritrovato anche il coltello utilizzato per l’omicidio. Non era stato pulito perfettamente e gli inquirenti con gli strumenti a loro disposizione hanno potuto accertare che quel coltello era stato usato per colpire una persona. Il bambino è stato affidato ai servizi sociali, il marito della donna in manette è stato accompagnato in caserma ed è l’unico indagato per l’omicidio della moglie. All’inizio delle indagini ha dichiarato che Pierangela si era ferita nel pomeriggio di domenica mentre eseguiva dei lavori fuori casa. ma all ‘esterno dell’abitazione non sono state ritrovate tracce di sangue. Alessandro sotto torchio ha raccontato la verità. Al termine di un litigio per futili motivi ha impugnato un coltello da cucina e l’ha colpita al torace e questo poco dopo le tre del pomeriggio. Solo all’una di notte l’uomo ha pensato di chiedere aiuto, quando la donna era ormai deceduta. Sarebbe spirata intorno alle 21.00. Ora si attende l’esito dell’autopsia per meglio formulare il capo d’imputazione a carico del marito reo confesso .Un episodio drammatico che ha sconcertato la piccola comunità che risiede in località Fortino, un’area nel comune di Vibonati e a ridosso dell’ospedale di Sapri dove la donna era ben voluta. Antonietta Nicodemo |
Una brava donna, grande lavoratrice, pronta a fare sacrifici. La tratteggiano così i vicini di casa, Pierangela Gareffa, la 39enne che nella giornata di domenica è andata incontro ad un atroce destino. Era nata in Venezuela ma da anni viveva in Italia. Portava avanti il menage familiare, impegnandosi in mille lavori, pur di garantire la serenità economica ai suoi cari. Lavorava presso un negozio di alimentari in Via Pisacane a Sapri, ma faceva anche le pulizie e non disdegnava qualche altro piccolo lavoretto quando capitava. A casa l’aspettava il marito disoccupato e il figlio dodicenne, “il nostro unico figlio” aveva scritto qualche tempo fa con un orgoglio tutto materno sul suo profilo Facebook sotto alla foto del ragazzo . E la sua vita era tutta qui, casa e lavoro, tutta incentrata su quella famiglia le cui foto aveva disseminato sul social, ad indicare che con essa si identificava, per essa viveva. Eppure proprio in quell’ambito pare siano scaturite le tensioni che avrebbero portato alla sua tragica morte. Non erano una novità i litigi che la coppia aveva quotidianamente. I vicini hanno raccontato di aver sentito in più di un’occasione il marito rivolgersi a lei con epiteti e accuse pesanti, aggredirla verbalmente. Alessandro Pili, l’uomo che Pierangela aveva scelto di avere al suo fianco tra qualche giorno avrebbe compiuto 48 anni. Era nato in Germania dove lavoravano i suoi genitori, ma a Sapri aveva vissuto la gran parte della sua vita. Con la moglie prima di trasferirsi a Vibonati, aveva abitato a Torraca. Non aveva un lavoro da tempo, ma la sua vera passione era la Play Station. Era lì, in quel mondo virtuale che consumava la gran parte delle sue giornate, anche quella terribile domenica. Quando sono arrivati i primi soccorsi nella sua abitazione la Play Station era ancora accesa e funzionante. Un distacco il suo che è apparso anche a chi lo ha visto stamane mentre veniva portato via in manette dalla sua abitazione, unico indiziato per la morte della moglie.
Daria Scarpitta