Resta in carcere a Potenza, sebbene il fermo debba essere ancora convalidato, Karol Lapenta che nella giornata di martedì ha affrontato l’interrogatorio di garanzia dinanzi al gip Saladino e al sostituto procuratore Francesca Fresch. Non si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha interloquito con i magistrati limitandosi a confermare la versione già resa. Al vaglio del suo legale, l’avvocato Michele Di Iesu, proprio la confessione rilasciata dal 18enne di origini polacche la notte di sabato durante il lungo interrogatorio. “ Valuteremo la sua completa fondatezza- ha detto – per questo abbiamo acquisito copia di tutti gli atti di indagine.” La difesa sta lavorando per costruire la propria strategia, per confutare parte di quanto dichiarato. Al suo esame anche il movente. A Lapenta sono stati contestati i futili motivi per aver ucciso il suo coetaneo per un 50 gr di marijuana ma le indagini sono ancora aperte. Si deve valutare se ci siano anche altri elementi di attrito tra i due giovani, se si può escludere, come ha detto il procuratore, il movente passionale o il coinvolgimento di altre persone. Su questi elementi sta lavorando anche il legale del ragazzo. Quasi in contemporanea al momento in cui Lapenta era convocato dai magistrati, a Buonabitacolo si porgeva l’ultimo commosso saluto ad Antonio Pascuzzo. La bara bianca portata in spalla dai suoi amici, il papà Giuseppe affranto dal dolore, l’intera comunità muta, con i più giovani a tenere tra le mani dei palloncini leggeri come la vita di questo 18enne volata via troppo presto. E poi striscioni, magliette con l’immagine del ragazzo stampata sul davanti e lo sgomento ancora leggibile nello sguardo di questa comunità per il contesto in cui è maturato l’omicidio, quello della cessione di droga tra giovanissimi, una piaga sociale sempre più diffusa anche nelle nostre piccole realtà dove i ragazzi vedono sempre meno futuro. E a loro si è rivolto don Antonio Garone nell’omelia quando li ha invitati a rifiutare la droga. Il parroco ha fatto anche da tramite tra le due famiglie che hanno assistito impotenti alla tragedia, rivolgendo a nome dei Lapenta, il cordoglio ai Pascuzzo, sottolineando il dolore e lo sconcerto che li ha avvinti ma che non ha impedito loro di esprimere la propria vicinanza a chi deve affrontare la scomparsa violenta di un figlio. Papà Giuseppe piange e alle telecamere de La Vita in diretta si chiede il perché di tutto questo, chiede giustizia per il figlio ammazzato in maniera così brutale.
Daria Scarpitta