Pasquale Cammarosano, ex direttore dell’ufficio postale di Massa, di Vallo
della Lucania, dovrà scontare l’ergastolo per l’omicidio di Carmine Novelli.
Nel primo pomeriggio di ieri, la Corte d’Assise di Appello di Salerno ha
infatti confermato la condanna emessa in primo grado nei confronti
dell’indiziato, accogliendo così l’istanza del procuratore generale che, per
Cammarosano aveva chiesto il carcere a vita. Questa condanna lascia dunque
l’ex dirigente delle Poste, dietro le sbarre, dove si trova dal 16 maggio
dello scorso anno. L’intera vicenda invece ha avuto inizio nel 2010, quando
per l’ex dirigente postale, si aprì il procedimento per l’omicidio di
Carmine Novelli, dopo che i carabinieri della scientifica avevano confermato
la corrispondenza tra le impronte digitali di Cammarosano con quelle
rilevate sui sacchi in cui era rinchiuso il cadavere della vittima. Ancor
prima e cioè nel 2009, Cammarosano era stato arrestato per gli ammanchi di
quasi un milione di euro sui conti correnti del piccolo ufficio postale di
Massa. E furono proprio quelle indagini partite dalle denunce di trenta
correntisti, a far scattare i controlli dei carabinieri nei confronti
dell’uomo. Novelli infatti era uno dei tanti correntisti del piccolo
ufficio postale di Massa. E secondo la Corte d’Assise, l’omicidio fu
commesso da parte di Cammarosano perché la vittima si era accorta del
raggiro dell’ex dirigente postale, tanto che avrebbe voluto presentare
denuncia. Se questo movente ha retto in appello lo si saprà però con
certezza tra novanta giorni, quando i giudici depositeranno le motivazioni
della sentenza. Intanto i due difensori di Cammarosano, gli avvocati
Anacleto Dolce e Felice Lentini, sono pronti ad andare in Cassazione dove –
dice Dolce- la posizione di Cammarosano sarà catapultata.
Caterina Guzzo