Carcere a vita per Pasquale Cammarosano, ex direttore dell’ufficio postale di Vallo della Lucania. Martedì pomeriggio la Corte di Cassazione ha emesso la sentenza che condanna l’imputato all’ergastolo per l’omicidio di Carmine Novelli . I Giudici della Suprema Corte hanno respinto il ricorso della difesa ed hanno confermato la sentenza emessa in primo e secondo grado. Cammarosano 58 anni, residente alla frazione Massa di Vallo, dovrà trascorrere il resto della sua vita in un penitenziario. Nel corso dei processi sono venute fuori le sue responsabilità. Tutto è iniziato nel 2001, quando il cadavere di Novelli, 57 anni, fu ritrovato sul ciglio di una strada nel Comune di Moio della Civitella, poco distante da Vallo della Lucania. Era legato mani e piedi e rinchiuso in un sacco. Ad incastrare Cammarosano è stata la comparazione delle impronte digitali: quelle rinvenute dai militari del Ris di Roma sui sacchi di plastica che contenevano il cadavere combaciavano con quelle rilevate su Cammarosano quando successivamente fu arrestato per gli ammanchi riscontrati sui conti correnti dei clienti dell’ufficio postale che dirigeva. E’ da quell’inchiesta che gli inquirenti sono potuti risalire al responsabile dell’omicidio Novelli. Per la Giustizia l’ex direttore dell’ufficio postale vallese ha ucciso il compaesano, perché questi voleva denunciarlo per un ammanco di 142 milioni di lire scoperto sul suo libretto postale. Per Cammarosano la Cassazione ha ordinato il carcere a vita, ponendo la parola fine su un capitolo giudiziario che ha sconvolto la piccola comunità di Massa.
Antonietta Nicodemo