Sarà lo psichiatra forense di Npoli, il prof. Camillo De Lucia ad effettuare la perizia su Karol Lapenta. La Procura di Lagonegro sabato ha affidato l’incarico che dovrà chiarire gli aspetti più reconditi della personalità del 18enne di origini polacche che ha assassinato il suo coetaneo Antonio Pascuzzo. Nominati anche i consulenti di parte che affinahcweranno il professionista. Per la famiglia Pascuzzo si tratta della dottoressa Pierpaola D’Arista. Sessanta i giorni di tempo a disposizione del prof. De Lucia per consegnare i risultati del suo lavoro. Intanto, sia i legali della difesa dell’indagato, sia quelli della famiglia del giovane ucciso cercano di andare più a fondo della vicenda, per chiarire in che contesto sia partita e avvenuta la frequentazione tra i due 18enni, poi sfociata in tragedia. Quel movente dell’assassinio, ancora troppo debole, è ciò su cui si concentrano le indagini anche della Procura. “Antonio era un ragazzino pieno di vita, – dicono dagli ambienti vicini alla famiglia- uno sportivo bravissimo con lo skateboard, che aveva anche delle ingenuità.” La sua corporatura , raccontano, era più esile di quella di Lapenta e la famiglia dunque non crede che, solo per impadronirsi di 50 gr di marijuana, Lapenta possa aver premeditato un’azione così efferata.
Intanto, anche una giovane psicologa forense del Diano, Silvia Romanelli ha affidato allo scritto una riflessione su quanto accaduto e sul disagio giovanile nel Diano emerso con la vicenda. “Emozioni negative inespresse- ha scritto- non essendo canalizzate nel modo corretto, possono portare a rifugiarsi nella droga, nell’acol e in altre forme di dipendenza.” La Romanelli spiega anche cosa bisogna fare per prevenire e contrastare questi fenomeni. ” Attraverso una campgna di sensibilizzazione- ha scritto- che supporti i pilastri fondamentali responsabili della crescita e di un sano sviluppo emotivo dei ragazzi, quali la famiglia e la scuola. In risposta alle richieste di aiuto, fatte in questi giorni dalle varie autorità locali, rivolgo il suggerimento di attivarsi nella creazione di un centro d’ascolto efficace ed operativo, con professionisti qualificati. Risultati concreti possono verificarsi solo attraverso una rete di collaborazione tra le varie istituzioni e i ragazzi, prevenendo così il disagio giovanile.”
Daria Scarpitta