Si terrà il prossimo 21 marzo l’udienza preliminare sull’omicidio di Antonio Pascuzzo, avvenuto a Buonabitacolo il 6 aprile 2018. La Procura di Lagonegro ha chiuso le indagini sul caso e messo nella disponibilità delle parti tutti gli esiti dell’attività di indagine compresi i risultati delle tre perizie commissionate, una informatica sui dispositivi che hanno registrato i contatti tra vittima e assassino, una criminologica e una psichiatrica su Karol Lapenta, il 19enne reo confesso dell’omicidio. Il pubblico ministero ha chiesto che venga processato e giovedì prossimo il giovane dovrà comparire dinanzi al Tribunale di Lagonegro proprio per conoscere le decisioni sul suo rinvio a giudizio. Il reato contestatogli è di omicidio volontario con occultamento di cadavere, pluriaggravato dai futili motivi , crudeltà e dalla rapina aggravata. Un quadro gravissimo che si era delineato sin dalle prime ore in cui era emerso il nome di Lapenta. Il giovane confessò quasi subito e parlò di un delitto maturato in un contesto di compravendita di droga. Per impossessarsi di tutta la marijuana in possesso di Pascuzzo, senza fornire il corrispettivo in danaro, Lapenta lo accoltellò a morte. Il coltello, un cosiddetto sfasciavitelli, lo portò sul luogo del delitto direttamente dal supermercato in cui lavorava come macellaio. Dei suoi rapporti con Pascuzzo, l’omicida ha sempre parlato con freddezza. “Era il mio spacciatore” disse agli inquirenti in quelle ore. E la perizia psichiatrica ha confermato la sua capacità di intendere e di volere. Le accuse che gli vengono mosse sono dunque gravissime. Ora toccherà al suo avvocato Michele Di Iesu, che ha sempre sollevato dei dubbi su alcuni particolari della vicenda, provare a confutarle, nell’ambito di un caso che comunque ha già segnato per sempre i destini di due famiglie.
Daria Scarpitta