Dovranno comparire il prossimo aprile davanti alla Corte d’Assise di Salerno i sei imputati per l’omicidio dell’operaio indiano Singh Gurinder, il bracciante agricolo 35enne ucciso nel dicembre 2021 e trovato cadavere due mesi dopo nel torrente del vallone Vonghia a Palomonte. Il Gup, durante l’udienza preliminare, ha infatti accolto la richiesta di rinvio a giudizio, avanzata dal pm, nei confronti dell’assassino e di altre 5 persone, accusate, a vario titolo, di omicidio aggravato, decapitazione e occultamento di cadavere, favoreggiamento e falsa testimonianza.
Una vicenda complessa che vede come principale imputato il collega della vittima, Singh Davinder, attualmente rinchiuso nel carcere di Salerno, accusato di aver colpito, percosso, ucciso e poi sventrato e decapitato Gurinder, occultando poi il corpo, al culmine di una lite tra i due scaturita, secondo l’accusa, dall’abuso di alcol. La Procura ha ottenuto il rinvio a giudizio anche per la titolare dell’azienda bufalina di Sicignano degli Alburni, dove lavoravano i due indiani, e altre 4 persone, accusate di aver dichiarato il falso agli inquirenti, sostenendo che Gurinder sarebbe stato visto girovagare in zona nei giorni in cui, secondo gli esami successivamente effettuati, il 35enne era invece già morto.
Il corpo della vittima, sventrato e in avanzato stato di decomposizione, venne ritrovato dai cani di una famiglia di pastori di Palomonte l’8 febbraio 2022, ma soltanto dopo circa un anno, grazie agli esami del DNA, venne accertato fosse del bracciante indiano, ucciso tra il 22 e il 28 dicembre 2021.