L’autopsia non è bastata, per accertare le cause che hanno portato alla morte Santina di Genio saranno necessarie nuove indagini. E’ questo quanto è venuto fuori dall’esame autoptico eseguito nella giornata di ieri dal medico legale Adamo Maiese presso l’obitorio dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, nosocomio dove la pensionata di Ascea è deceduta lo scorso 13 dicembre dopo essere stata sottoposta ad un intervento chirurgico di correzione di un’ernia ombelicale. Una morte sospetta su cui è stato aperto un fascicolo e che al momento vede già sette nomi iscritti nel registro degli indagati, si tratta di quattro medici e tre infermieri. L’esame autoptico come detto non ha chiarito i motivi del decesso. Preziosi, a questo punto, saranno i risultati dell’esame istologico su alcuni campioni prelevati dal corpo della donna, attesi tra una ventina di giorni. La sessantaseienne di Ascea, come detto, spirò a qualche ora di distanza dall’intervento chirurgico a cui era stata sottoposta presso l’ospedale di Vallo della Lucania. Un’operazione in anestesia locale ormai considerata di routine, ma che, invece, si è trasformata in una tragedia. Santina Di Genio aveva programmato l’intervento in day surgery da tempo, avrebbe dovuto lasciare il nosocomio cilentano il giorno successivo all’operazione, ma così non è stato; ritornata nella stanza, durante la notte, ha iniziato ad avvertire i primi malori, che nel giro di poco l’hanno portata alla morte sotto gli occhi increduli dei familiari e dei sanitari accorsi per rianimarla. Una morte improvvisa, ancora senza un perché che si cercherà di chiarire con gli esiti dell’esame istologico visto che , come detto, l’autopsia non si è rivelata utile a stabilire le cause del decesso.
Roberta Cosentino