Ci sono altri 16 indagati nel fascicolo d’inchiesta della DDA di Salerno sulle possibili infiltrazioni camorristiche negli uffici del Comune di Pagani, e che nella giornata di venerdì ha portato all’arresto di 8 persone, di cui 3 in carcere. Un avviso di garanzia è stato notificato anche il sindaco della città salernitana, Raffaele Maria De Prisco, e all’assessore al Commercio, Pietro Sessa, per i quali il pm titolare delle indagini aveva chiesto il carcere, rigettato però dal gip per assenza di qualsiasi riscontro che lasci pensare ad un loro reale coinvolgimento.
L’inchiesta vede al centro l’imprenditore Alfonso Marrazzo, che in passato aveva ricoperto sia la carica di consigliere che di assessore al Comune di Pagani, e oggi a capo della cooperativa sociale PE.DE.MA., che secondo l’accusa sarebbe stata utilizzata per infiltrarsi nell’attività amministrativa comunale, con il coinvolgimento del clan Fezza – De Vivo. Nel mirino gli appalti per il cimitero, la pulizia delle strade, la sanificazione durante il periodo Covid e la gestione della società partecipata “Pagani Ambiente”.
Secondo i magistrati, Marrazzo era il volto “pulito” del clan e alle elezioni del 2020 avrebbe tentato di far vincere, anche attraverso minacce ai dipendenti della cooperativa, i candidati vicini ai Fezza – De Vivo, che poi avrebbero sfidato De Prisco al ballottaggio. Una vittoria che però non è arrivata e così l’ex assessore avrebbe successivamente tentato di avvicinarsi all’attuale gestione comunale. Gli interrogatori degli arrestati, tra cui spiccano anche attuali ed ex dipendenti del Comune di Pagani, inizieranno la prossima settimana.