FACCIAMO CHIAREZZA
Riteniamo doveroso chiarire alcuni aspetti della vicenda che hanno portato l’”Asd Sporting Sala Consilina c5” ad un duro ed insensato attacco nei confronti dell’Amministrazione e riteniamo sia doveroso perché delusi da un atteggiamento che con lo sport ha davvero poco a che fare.
Questa amministrazione, come le precedenti del resto, ha sempre mostrato e dimostrato il valore assegnato allo sport, il rispetto per le tante associazioni sportive di questo territorio e un senso del dovere che non teme smentita.
Non comprendiamo le dichiarazioni del patron Giuseppe Detta e del Presidente Antonio Detta, ma ne conosciamo bene la genesi.
Tutto nasce dall’impossibilità di allestire una tribuna mobile all’interno del Palasport Cappuccini. Impossibilità venuta fuori dopo aver vagliato tutte le soluzioni che sembravano possibili ma che, all’ultimo, si sono rivelate tecnicamente impossibili. Il Palasport Cappuccini nasce come struttura per consentire gli allenamenti per le tante associazioni sportive, nessuna esclusa, per le quali il solo Palazzetto, non era oramai sufficiente e per disputare partite ma senza pubblico. Non per dimenticanza, non per superficialità, ma soltanto per ragioni tecniche nella nuova struttura non è stato possibile progettare degli spalti e occorrerebbe dilungarsi troppo per spiegarne dettagliatamente le ragioni. Si è cercato fino alla fine una soluzione per delle tribune mobili, ed era stata trovata: montare le tribune (il cui costo, come da accordi presi, sarebbe ricaduto per metà sulle casse comunali!) per pochi eventi (con un’apposita autorizzazione/assunzione di responsabilità a firma del Sindaco, in via del tutto eccezionale e sporadica relativamente all’accesso limitato del pubblico) ma poi smontarle, alla fine della partita, onde evitare un’illegalità le cui conseguenze, civili e penali, sarebbero ricadute sul Sindaco in primis e sulla struttura amministrativa dell’Ente. Questa l’unica soluzione praticabile che capiamo bene essere di difficile esecuzione e non ottimale, ma che rappresenta la prova della volontà di trovare una “possibilità” e consentire ai tifosi, in maniera saltuaria e sporadica, di poter sostenere la propria squadra.
Quale il muro che ha osteggiato e impedito di portare avanti una soluzione, quale? Incontri con la Prefettura, con i Vigili del Fuoco, tavoli tecnici, ma se una strada non è percorribile, non è percorribile e non possiamo andar contro a quelle che sono le leggi in materia, leggi a tutela innanzitutto dell’incolumità pubblica. Certo, il diniego poteva avvenire in toto fin dall’inizio, ma provare a cercare una soluzione, pensare ci fosse fino all’ultimo, può mai essere una colpa?!
Apprendiamo con ancor più stupore le dichiarazioni rese con riferimento all’impossibilità di realizzare una struttura di proprietà nel nostro Comune, per via di un’Amministrazione sorda ad ascoltare simili proposte. È di questa estate l’incontro, l’ultimo, tra l’Assessore allo Sport e il Presidente Detta per dar vita ad un nuovo progetto sportivo. Dove la reale intenzione di costruire investendo in un progetto così ambizioso, da parte di chi oggi accusa gli amministratori di esser sordi, dove? Quale la sordità di un’amministrazione impegnatasi e grata a quanti volessero investire in simili realtà? Piena disponibilità anche in questo, pieno ascolto, senza, alla fine, ricevere risposta alcuna! Ci dicano dove e quando, ma lo dicano ora e ci metteremo tutti a lavoro per questo, altrimenti non si accusino altri di proprie scelte imprenditoriali, legittime e sacrosante.
Non si è voluto dare in gestione il campo sportivo, per consentire un’equa distribuzione degli orari di utilizzo dello stesso che solo un’Amministrazione può e deve garantire; abbiamo suddiviso gli spazi disponibili presso la nuova struttura sportiva in maniera tale che tutti potessero utilizzare la stessa che è e rimarrà pubblica ma allo stesso tempo abbiamo chiesto grande comprensione perché ritenevamo fosse giusto consentire soprattutto proprio allo Sporting c5, vista la militanza nel campionato attualmente più importante, occupare la maggior parte degli orari, orgogliosi come siamo di accogliere un progetto sportivo che onora la nostra comunità. Ma tutte le associazioni hanno pari dignità ed è questo il lume della nostra azione politica e se far giocare tutti, vuol dire far giocare tutti un po’ meno, è giusto sia così, perché le strutture pubbliche sono patrimonio della comunità tutta e non di singoli. Se questo non è il modo di fare che ci si aspetta siamo dispiaciuti ma allo stesso tempo continuerà ad esserlo.
Non si pretende gratitudine per il doveroso lavoro svolto, ma davanti a simili affermazioni, non si può che prender atto del fallimento di quello che proprio lo sport dovrebbe insegnare: il reciproco rispetto.
W lo Sport, sempre.
Comunicato stampa