La Regione Campania ha un debito di sette milione e 200 mila euro con il Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Dopo anni di inutili sollecitazioni al pagamento l’Ente si è rivolto all’avvocatura dello Stato per la riscossione. Inizia così l’iter giudiziario che potrà portare all’emissione dei decreti ingiuntivi. Atti che consentiranno al Parco di poter pignorare i beni della regione fino a coprire le somme che Palazzo Santa Lucia non restituisce. Si tratta di risorse che l’Ente di Vallo della Lucania ha anticipato per portare a termine una serie di lavori realizzati sul suo territorio. Progetti che il governo campano aveva finanziato nell’ambito dei Fesr 2007-2013. E’il caso della ristrutturazione di Villa Matarazzo e dei lavori per la perimetrazione delle aree marine protette in costiera Cilentana. Agli interventi non è seguita la liquidazione delle somme stanziate. Il parco per evitare il blocco delle opere ha anticipato i fondi ultimando i progetti, secondo le prescrizioni, entro il 31 dicembre del 2015, così come previsto dal bando. Da allora la regione non ha saldato il debito pari a sette milioni e 100 mila euro . Debito in parte riconosciuto anche in consiglio regionale. Dopo lunghe trattative istituzionali finite nel vuoto il Parco ha deciso di procedere alla riscossione facendosi aiutare dall’avvocatura dello Stato. Il buco in bilancio pesa sulla gestione dell’Ente . “ Noi abbiamo anticipato le risorse – spiega il direttore Romano Gregorio – per impedire che opere importanti per il territorio rimassero al palo. Però la regione deve necessariamente restituircele . Noi abbiamo provato ad evitare il ricorso alla giustizia ma ogni tentativo è fallito. A questo punto non ci resta che sperare di poter procedere attraverso decreti ingiuntivi “ .
antonietta nicodemo