Sull’ex impianto di itticoltura di Policastro si chiude un altro capitolo giudiziario. La Suprema Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla Comunità Montana del Bussento Lambro e Mingardo, contro la sentenza con cui il Giudice per le Udienze Preliminari respinse la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di : Dionigi e Giovanni Fortunato e dell’architetto Giovanbattista Guastalegname, all’epoca dei fatti rispettivamente sindaco e presidente del consiglio comunale di Santa Marina e responsabile dell’ufficio tecnico. Tutti e tre erano accusati di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico in concorso. I fratelli Fortunato anche di esercizio arbitrario delle proprie ragioni. La Corte di Cassazione nel respingere il ricorso ha condannato la Comunità Montana al pagamento di tutte le spese processuali. I fatti risalgono al 2013 quando il Comune con un’ordinanza negò l’ingresso nell’ex impianto di itticoltura agli operai dell’ Ente Montano addetti al servizio antincendio, che in quella struttura avevano le loro sedi operative. Il divieto fu imposto perché, secondo gli amministratori locali e il tecnico comunale, all’interno dell’impianto c’era materiale pericoloso per la salute pubblica, in particolare cemento amianto. I vertici dell’ Ente Montano presentarono denuncia ai Carabinieri facendo scattare l’indagine e successivamente il procedimento penale. Ritenendo abusiva la chiusura della struttura, dismessa da tempo. Il 19 gennaio scorso la Suprema Corte di Cassazione ha rigettato l’impugnativa e condannato la Comunità Montana al pagamento delle spese processuali. Soddisfatto il sindaco Giovanni Fortunato “ dopo questa sentenza – dice – spiamo pronti per dare avvio al progetto di riqualificazione dell’area per la realizzazione del Borgo Marinaro Romano”.
Antonietta Nicodemo