“Ancora una volta la giustizia ha bacchettato la prepotenza amministrativa del Comune di Santa Marina”. Così il consigliere di minoranza Vincenzo Castaldo commenta la sentenza del Tar che ha censurato l’azione del Comune dopo che per la seconda volta ha assegnato l’appalto per la costruzione del nuovo polo scolastico di Policastro alla ditta in odore di camorra, una volta appreso che questa era stata sottoposta a controllo di un amministratore nominato dal Tribunale. “Proprio non si capiscono – ha detto Castaldo – le oscure ragioni che hanno spinto l’ente comunale ad incaponirsi nell’affidare forzatamente l’appalto alla società a cui aveva già revocato il contratto per una giusta e grave causa”. La vicenda è finita nelle aule giudiziarie dopo che la ditta arrivata seconda ha presentato ricorso vedendo accolte le sue perplessità. La ditta in questione si era detta disponibile a lavorare, al posto della prima a cui era stato rescisso il contratto dopo l’arrivo dell’interdittiva antimafia ma per indisponibilità del Responsabile unico del procedimento il contratto non si era mai concretizzato. Ora il polo scolastico si trova di nuovo senza ditta e il consigliere Castaldo sottolinea i danni che questa vicenda ha comportato per i cittadini e per le casse comunali tra slittamenti dei tempi di realizzazione dell’opera e spese per cause al Tar. “Mi auguro – ha detto ancora il consigliere – che la vicenda venga definita al più presto e che il Comune pensi maggiormente agli interessi dei cittadini”. A fargli eco è anche il consigliere Salvatore Tagliaferri: “Come mai – si chiede – a suo tempo non si sono attesi tutti i certificati preposti invece di farsi riprendere dal prefetto perché la ditta vincitrice era in odore di camorra? Come mai si è voluto a tutti i costi far riprendere a questa ditta lo svolgimento dei lavori? E come mai il responsabile del procedimento non ha voluto destinare i lavorai alla ditta arrivata seconda? Nascono sempre più dubbi sulla realizzazione di questa opera fondamentale e ancora una volta dobbiamo mettere in discussione gli atti con i quali vengono realizzate le opere pubbliche nel nostro Comune. C’è bisogno di uno stravolgimento della classe dirigente per riportare la legalità nel nostro Comune”.
Daria Scarpitta