File e malumori a Policastro Bussentino dove questa mattina si sono aperte le porte del cineteatro per l’open day vaccinale, unico rimasto sul territorio del Golfo di Policastro e del Vallo di Diano dove ormai si procede solo per prenotazione. Prevedibile lo scenario presentatosi, soprattutto dopo quanto verificatosi all’auditorium di Sapri proprio recentemente con ressa e interventi delle forze dell’ordine. E in effetti i Carabinieri sono arrivati anche a Policastro nella tarda mattinata per i consueti controlli anche sui diversi ingressi del cineteatro. Non poche le lamentele presentate sui disagi , segno che la rassegnazione iniziale si è ben presto trasformata in impazienza. La fila del resto è iniziata molto presto, almeno tre ore prima dell’orario previsto di apertura del centro.Alle sei le persone erano già pronte dinanzi alla struttura per prendere il posto e avevano iniziato a darsi un’organizzazione in ordine di arrivo. Alle 8.30 c’erano già 500 persone . Tantissime dunque le auto parcheggiate attorno al cineteatro. Diverse le strade anche distanti occupate da lunghe file di auto. Appena aperte però le porte del centro vaccinale , tutto è saltato ad è scattata la competizione per il numerino con ressa, scavalchi e molta gente rimasta alla fine fuori. In un attimo sono stati assegnati 500 bigliettini, poi tutto si è fermato con un piccolo spiraglio dato per la serata in caso di rimanenze. Così c’è chi è rimasto ugualmente sperando nell’abbandono di qualcuno o in una dose dell’ultima ora. A tutti, con o senza numerino, però è apparsa evidente la lunga attesa dinanzi. Alle 13.00 tra quelli con bigliettino non si era arrivati ancora alle cento inoculazioni, viste anche le inoculazioni ai fragili. Dopo queste scene è chiaro che bisogna porsi la domanda sull’effettiva utilità degli open day, sorti per invogliare le vaccinazioni in una fase in cui le persone disposte a farle erano poche e rimasti però anche oggi quando un esercito di persone preme per ottenere una dose, a causa dell’estensione dell’obbligo vaccinale e del green pass, oltre che dei timori legati ai numeri in crescita del contagio.
Daria Scarpitta