Nel porto di Policastro è tornata in azione la draga tanto criticata durante la stagione estiva. Con il suo ritorno sono tornate le contestazioni da parte di chi teme che i lavori continuano ad essere eseguiti senza alcun rispetto delle norme e tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Nel mese di luglio i sedimenti, dai fondali sono stati depositati sulla scogliera e con le mareggiate sono tornati in mare. Ora non si comprende che tipo di intervento è in corso all’interno del porto. Appena il galleggiante è tornato in azione l’associazione Fare Verde è tornata a chiedere chiarimenti alle autorità competenti, senza ricevere, anche in questo caso, risposte chiare e precise. Il presidente Assunta Grippo aveva chiesto all’Arpac garanzie sulla bontà dei sedimenti depositati sulla spiaggia, a un mese di distanza dalla domanda non è giunta alcuna risposta e l’associazione alla ripresa dei lavori è tornata a riproporre , all’Agenzia regionale per la protezione ambientale, lo stesso interrogativo. Intanto dai banchi dell’opposizione Vincenzo Castaldo chiarisce che “ l’autorizzazione rilasciata al Comune per il dragaggio non prevede alcun sversamento dei sedimenti in mare. per cui – aggiunge – nonostante l’inchiesta della Procura di Lagonegro si continua a lavorare senza alcun rispetto delle regole” . Molti a Policastro attendono di conoscere l’esito dell’indagine giudiziaria avviata dopo una denuncia di un turista . Sull’esito degli accertamenti non filtra nessuna notizia . Sono stati acquisiti documenti ed esaminati i sedimenti depositati sulla scogliera e sulla spiaggia. Le preoccupazioni dei più sensibili alla salute pubblica, non riguardano prettamente le modalità dell’intervento, sulle quali depongono comunque una serie di sospetti, ma sulla qualità dei detriti accumulati attorno al porto . Aree frequentate da turisti e residenti. Il timore è che i sedimenti marini portati alla luce siano inquinanti. Per il Comune i lavori sono regolarmene autorizzati e vengono svolti secondo le disposizioni. Alla Giustizia l’ultima parola.
ANTONIETTA NICODEMO