Un’amicizia trasformatasi in tormento .Si può riassumere così la vicenda avvenuta a Policastro Bussentino e prossima ad arrivare nelle aule giudiziarie. Il 22 gennaio 2014, infatti, un uomo di 50 anni, residente nel paesino che dà il nome al Golfo, dovrà comparire davanti al Giudice e rispondere di stalking, ingiuria, minaccia, diffamazione aggravata e a mezzo pubblico, violenza privata e reato continuato per i suoi comportamenti nei confronti di una donna di 43 anni residente nello stesso Comune. Il fatto risale a circa un anno fa quando i Carabinieri della Compagnia di Sapri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Sala Consilina, avviarono le indagini dopo le denunce della donna e del marito. L’uomo, approfittando dell’assenza del compagno della signora per motivi di lavoro e dei rapporti di conoscenza che c’erano con la stessa, ha iniziato a contattarla su Facebook, dapprima in maniera amichevole e scherzosa, poi in modo sempre più insistente. Quando la donna si è accorta che le attenzioni andavano un po’ oltre, ha opposto un netto rifiuto e da allora sono iniziati i comportamenti persecutori. L’uomo l’ha inizialmente minacciata che se non avesse ceduto ad avere una relazione con lui l’avrebbe diffamata per il paese , raccontando che si era concessa, e le avrebbe distrutto il lavoro e la famiglia, portando a conoscenza il marito della cosa. Poi è passato ai fatti, scrivendo pubblicamente su Facebook fatti diffamanti sulla donna, parlando di lei negli stessi termini in luoghi pubblici e contattando anche parenti e amici intimi della famiglia . Inoltre, più di una volta, secondo le denunce presentate dalla signora, l’uomo si sarebbe introdotto nel giardino della sua abitazione , lasciando biglietti e lettere anonime dal contenuto osceno o minatorio, e, ancora, avrebbe cercato di ostruirle il passaggio in varie situazioni. La vicenda ha molto provato la donna e la sua famiglia, e non solo dal punto di vista morale e psicologico. Vi sono state conseguenze sia sul lavoro del marito che, subito informato della cosa, per starle vicino, ha perso il proprio posto, sia su quello della donna, dato che opera a contatto con i bambini. Ora l’uomo è stato rinviato a giudizio e sarà il giudice, pronunciandosi sulla vicenda, a porvi la parola fine.
Antonietta Nicodemo