Il braccio di ferro tra il Comune di Santa Marina e i cittadini di Policastro per la proprietà delle terre a mare segna un punto a favore di questi ultimi. Il Tribunale di Lagonegro ha infatti dato ragione alla prima signora che si oppose all’ingresso del Comune nel suo terreno avvenuto in sua assenza. Era il 2008 e l’Ente intervenne sul terreno in questione ubicato sul lungomare per operare un ampliamento della strada centrale che conduce al porto. Da quella vicenda, scaturì nel 2010 il procedimento giudiziario presso il Tribunale di Lagonegro intentato dalla signora contro il Comune per ottenere l’usucapione del terreno che, seppure di proprietà del Comune, era stato oggetto di un suo possesso continuo da oltre 100 anni. Le tesi esposte dai legali della signora, gli avvocati Vincenzo De Falco e Claudia Signorelli, hanno convinto il giudice che ha dichiarato l’avvenuto usucapione in favore della ricorrente e condannato il Comune al pagamento dei compensi di lite e delle consulenze per circa 3800 euro. Una vicenda che potrebbe creare un precedente e riaprire la partita anche per gli altri terreni a mare, che furono oggetto di una successiva incursione del Comune per la realizzazione di canali contro gli allagamenti dovuti alle piogge. Per alcuni di questi si arriverà a sentenza il prossimo 4 giugno. Intanto, il Comune , lo scorso 7 maggio, ha pubblicato sul Burc e sul suo sito l’avviso relativo al Piano di alienazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare comunale che venne approvato in consiglio lo scorso 28 marzo e che riguarda i terreni della fascia costiera, precisamente nelle località Orto del Conte, Marina e Crocefisso, tra cui vi sono anche alcuni di quelli già oggetto di procedimenti giudiziari intentati contro il Comune. L’inserimento degli immobili nel piano di alienazione, come riportato nella delibera votata dal consiglio comunale, “ne determina la classificazione come patrimonio disponibile del Comune e ne dispone la destinazione d’uso”. Essendovi stato un cambio di essa, l’approvazione del Piano costituisce adozione di variante allo strumento urbanistico. “ Perché si usa questo escamotage per fare una variante urbanistica? – chiede oggi il consigliere di minoranza Salvatore Tagliaferri – Che fine ha fatto il Puc di cui tanto si è parlato? Invitiamo i cittadini a prendere visione del piano nei 30 giorni a disposizione per presentare le osservazioni. Personalmente mi sto già attivando in tal senso. Duole constatare che anche in questo frangente la maggioranza ha perso l’occasione di aprire un dialogo con l’opposizione scegliendo in consiglio di votare l’argomento prima dell’arrivo dei consiglieri di minoranza. Dopo la recente sentenza credo, comunque, che cambieranno le carte in gioco. Quei cittadini che negli scorsi anni erano stati definiti abusivi e evasori, (da chi oggi ci amministra), dopo anni di dura battaglia sono riusciti ad avere la meglio e a dimostrare che chi era in torto era l’amministrazione Fortunato e non altri.”
daria scarpitta