Ancora nulla di fatto in merito alla decisione sulla competenza territoriale dell’inchiesta che coinvolge l’ex presidente della Provincia di Salerno Franco Alfieri. Questa mattina si è svolta una nuova udienza presso il Tribunale di Salerno dove si sarebbe dovuto sciogliere questo nodo dell’eventuale trasferimento degli atti a Vallo della Lucania, ritenuta, dai legali degli imputati, competente sul caso essendosi eventualmente compiuto a Torchiara il reato principale di corruzione, ma proprio le difese hanno chiesto al giudice di rinviare la seduta in attesa della pubblicazione delle motivazioni della Cassazione . La Corte infatti aveva rinviato la stessa questione ai giudici salernitani quando era stata chiamata a pronunciarsi sulla revoca delle misure cautelari agli imputati ma le ragioni della sua decisione non sono state ancora rese note. Il pm contestualmente ha fatto notare la necessità di accelerare i tempi essendo un processo con detenuti e non essendo certi i tempi per le motivazioni. Il giudice Donatella Mancini ha deciso però di accogliere l’istanza degli imputati, presentata dall’avvocato Antonello Natale, e fissato la prossima udienza al 24 aprile. Il giudice ha negato anche la sospensione delle misure e dunque gli imputati resteranno ai domiciliari, anche se alcuni avvocati nelle prossime settimane potrebbero presentare richiesta di attenuazione delle misure cautelari. Tutti e 5 le persone coinvolte , che verranno giudicati con rito ordinario, stamane si sono presentati presso la cittadella giudiziaria di Salerno per seguire il processo. I reati loro contestati sono turbata libertà degli incanti e corruzione, in concorso. Nel mirino, gli appalti per la pubblica illuminazione a Capaccio assegnati alla Dervit e il subappalto che questa fece in cambio alla Alfieri Impianti. Inoltre su Alfieri pende anche l’accusa di falso per la lettera inviata alla Regione Campania in cui affermava che l’impianto di illuminazione di capaccio era gestito dal Comune quando invece era già in mano alla Dervit.
Le parole dell’avvocato Cecchino Cacciatore, legale della difesa, sul rinvio al 24 aprile.