Tutto da rifare il processo di appello per la morte di Massimo Casalnuovo, il 21enne di Buonabitacolo deceduto nel 2011 candendo dallo scooter, dopo che non si era fermato al posto di blocco dei Carabinieri. La Cassazioneha annullato la sentenza di secondo grado emessa dalla Corte di Appello di Potenza che condannava il maresciallo Giovanni Cunsolo, all’epoca dei fatti comandante della stazione di Buonabitacolo, a 4 anni e sei mesi. La Corte ha rinviato il fascicolo alla Corte d’Assise d’Appello di Salerno dove si aprirà un altro processo di secondo grado. La Procura generale aveva chiesto l’annullamento della condanna d’appello, che era arrivata dopo che in primo grado il maresciallo era stato assolto dall’accusa di omicidio preterintenzionale perché il fatto non sussiste. Lunedì, dopo otto ore di camera di consiglio, la Cassazione si è pronunciata accogliendo il ricorso presentato dal legale del maresciallo, Renivaldo Lagreca. “ Avevamo sollevato varie questioni- ha detto l’avvocato- Per noi nella sentenza di secondo grado c’era un vizio di motivazione della condanna, visto che si era fantasticato di fatti non emersi nel processo. Inoltre, si parlava di compatibilità chimica e cromatica, cose escluse dalla Polizia scientifica; era stata banalizzata la ferita al piede del maresciallo, che mostrava come invece fosse stato investito dallo scooter, e si era ricostruita una dinamica diversa secondo cui il maresciallo , ferito sul piede sinistro, avrebbe calciato il ciclomotore con il destro. In ultimo, era stata corposamente ridotta la lista testi da noi presentata. La sentenza d’appello era una mostruosità giuridica. La Corte ha stabilito che sarà necessario un nuovo vaglio della vicenda – ha proseguito La Greca – ma fino a che non avremo le motivazioni non sapremo quali di questi nostri rilievi hanno poi determinato la scelta della Cassazione di annullare la condanna.” Delusa la famiglia Casalnuovo che aveva pensato di chiudere finalmente questa dolorosa vicenda giudiziaria. Il papà Osvaldo, però, non è disposto ad arrendersi. “Devono ora motivare,- ha detto- e per bene, se è ammissibile che un carabiniere dia un calcio ad un ciclomotore nel corso di un posto di blocco, perché questo è stato confermato e riconosciuto da tutte le parti. Bisogna inoltre chiarire che non c’è al momento nessuna assoluzione. E’ stata contestata la sentenza. Ora quando arriveranno le motivazioni si chiarirà quale punto del procedimento secondo la Corte non è stato condotto correttamente. Noi siamo pronti a ripeterlo secondo le disposizioni che emergeranno”.
Daria Scarpitta