Nessuna sorpresa. Se ne parlava già nel 2015 del rischio per i punti nascita a sud di Salerno e già all’epoca le decisioni erano frutto di una lunga contrattazione. D’altra parte in numerosi atti e decisioni in questi ultimi tempi, ma soprattutto nel non fatto e nel non detto, non solo sui punti nascita, è emersa chiara la volontà di depotenziare gli ospedali di Polla e Sapri. Eppure in questi mesi nessuno si è mosso, a Sapri non si parla di una riunione dei sindaci sull’argomento ospedale dal novembre 2017, una riunione che si svolse tra l’altro a porte chiuse. A Polla bisogna andare indietro al marzo 2017, mentre a Vallo c’è stato un viavai continuo, incontri della conferenza dei sindaci, contatti con i vertici sanitari, richieste, sollecitazioni. Tra Golfo e Diano il silenzio. Ora a decreto fatto spuntano le dichiarazioni, gli allarmi, gli indici puntati contro questo o quell’altro, quando c’è chiaro un atto, quello della Regione Campania, che non può essere spuntato dal nulla. Il primo cittadino di Sapri Antonio Gentile suona la carica ma non contro la Regione: “L’ospedale di Sapri non si tocca, – commenta -il governo del cambiamento vuole la guerra? Continueremo a lottare fino alla fine al fianco della Regione per ottenere la deroga come sede disagiata.” E convoca per mercoledì alle 15 il comitato dei Sindaci del distretto per una riunione questa volta a porte aperte e con la partecipazione del sindaco di Maratea. I gruppi di opposizione, Sapridemocratica nella cittadina capofila, e Vivi il tuo Paese a Vibonati, chiedono, ciascuno al proprio sindaco, che vengano convocati d’urgenza anche i rispettivi consigli comunali seppure con sentimenti diversi nei confronti del Commissario della sanità De Luca. “La chiusura del punto nascita fissata da De Luca- dicono da Sapridemocratica- corre il rischio di pregiudicare definitivamente il mantenimento del locale ospedale…” Di qui la chiamata ad assumersi ciascuno le proprie responsabilità e a redigere “un documento che si opponga con forza e senza paura ad un provvedimento sbagliato e ingiusto”. “Il 22 – dichiara invece Manuel Borrelli- è previsto un nuovo tavolo a Roma in cui la Regione chiederà con forza la deroga per Sapri e per gli altri 3 punti a cui il Ministero ha negato l’autorizzazione. Alla luce di tutto ciò ritengo necessario adottare una delibera in Consiglio Comunale per supportare la Regione in vista della Conferenza Stato -Regioni”. Nel Vallo di Diano la conferenza dei sindaci è stata convocata per domani alle 16 e, mentre c’è chi pensa anche al ricorso al Tar contro il decreto, il Presidente della Comunità Montana Vallo di Diano Raffaele Accetta chiede alla Regione e al Ministero di aprire immediatamente un tavolo tecnico in cui si adotti una sospensione del provvedimento essendo il Vallo di Diano area pilota per la strategia delle aree interne. “ E’ contraddittorio- ha detto- chiedere, da un lato ad un territorio di programmare interventi anche nel settore socio-sanitario e, dall’altro, andare a sopprimere uno dei presidi più importanti dell’area”. Sopra tutti, il grido d’allarme dei sindacati che non hanno mai nascosto il problema. In un comunicato unitario CGIL CISL E UIL commentano: “Nulla di nuovo sotto al sole per Golfo e Diano. Le comunità si mobilitino con noi per fermare questo piano che non tiene conto delle specificità territoriali e delle caratteristiche oro-geografiche di queste aree.” E anche Domenico Vrenna, del direttivo regionale della cgil fp e Gerardo Triani, dello spi cgil di Sapri protestano: “Vergogna, nella parte meridionale della provincia non si potrà più partorire in una struttura pubblica. Diciamo no all’ennesimo scippo nei nostri confronti e invitiamo la popolazione, i consigli comunali, le forze sociali alla costituzione di un fronte unico finalizzato alla mobilitazione immediata per scongiurare questo provvedimento redatto a tavolino “
Antonietta Nicodemo