In un anno già grigio Salerno e la sua provincia non brillano per qualità della vita. Ad attestarlo concretamente è il Sole 24 ore che, nella sua classifica annuale sulla vivibilità, piazza il territorio salernitano al 93esimo posto su 107 capoluoghi di provincia. Fanno meglio di Salerno anche tutte le altre province campane, compresa Napoli che si piazza al 92esimo. Salerno perde ben sette posizioni rispetto allo scorso anno. A pesare più di tutti il punteggio preso sull’indicatore relativo a ricchezza e consumi dove Salerno è al posto 105, e quello su Giustizia e sicurezza che la piazza al 93esimo, ma anche su ambiente e servizi si ferma all’84esimo posto, mentre per il rischio incendi è 98esima. La migliore performance si registra nel capitolo demografia e salute ma solo perché qui il Covid è stato meno impietoso che in altre zone d’Italia e il numero dei contagi è relativamente contenuto. Quindi non solo Salerno mostra di scontare problemi atavici mai superati, ma finisce per non determinare numeri incoraggianti neppure nei settori dove potrebbe primeggiare come ad esempio il turismo.
Il Covid fa vittime un po’ in tutta Italia sul fronte della crescita del settore e anche Salerno deve fare i conti con una flessione di presenze che pesa sul giudizio complessivo. La provincia inoltre è 60esima in Cultura e tempo libero e 52esima in Affari e Lavoro. Si evidenzia una scarsa capacità a creare ricchezza e a incentivare i consumi, con il dato non proprio positivo che le fa prendere un tredicesimo posto ma solo per numero di percettori del reddito di cittadinanza! Buona la nascita di start up innovative che porta Salerno al 49esimo posto e qualche altro indicatore che però non cambia una performance decisamente negativa, pur se inficiata dalle conseguenze del Covid, con un andamento che nel giro di un trentennio, da quando cioè si è iniziato a stilare la classifica ha portato Salerno a scendere di ben 13 posizioni.
Daria Scarpitta