Importanti sviluppi sulle indagini dell’arto mutilato ritrovato lo scorso 3 marzo sulla spiaggia di Licinella a Capaccio Paestum. Secondo l’esame eseguito a inizio settimana presso l’ospedale di Eboli, i reperti ossei pare appartengano a un soggetto maschile di etnia bianca, deceduto da non oltre 9 mesi.
Scartata dunque la prima pista seguita dagli inquirenti, secondo cui l’arto rinvenuto a Licinella si era ipotizzato potesse appartenere a un migrante di carnagione scura, annegato durante una traversata verso l’Italia.
Da approfondire ancora, se la gamba trovata sulla spiaggia cilentana sia la gemella di quella rinvenuta a pochi giorni di distanza in Calabria, precisamente a Santa Maria di Ricadi, a sud di Capo Vaticano. Gli ulteriori accertamenti saranno effettuati dai Ris di Roma, a cui è affidato il compito di comparare i DNA dei due reperti ossei per capire se siano dello stesso soggetto e successivamente incrociarlo con quelli di eventuali persone scomparse o ricercate attraverso la Banca Dati Nazionale.
Intanto, nell’ultima puntata della trasmissione RAI “Chi l’ha visto?”, la famiglia di Giuseppe Di Meglio, psicologo napoletano 41enne di cui non si hanno notizie dal 2015, ha chiesto la comparazione del DNA degli arti ritrovati in Cilento e in Calabria con il loro congiunto. L’uomo è scomparso da 9 anni da un campeggio di Meta di Sorrento e pare che all’epoca indossasse una scarpa da ginnastica simile a quella rinvenuta insieme ai resti ossei.
Solo ulteriori accertamenti potranno fare chiarezza su questo giallo.