Si terrà il prossimo 8 gennaio l’autopsia sul corpo dell’88enne di Rofrano, Maria Cristina Speranza. La decisione è stata assunta dopo che è stato emesso il decreto di irreperibilità per la badante 36enne moldava. Un atto dovuto per consentire alla donna, unica indagata per la morte dell’anziana, di difendersi e di nominare un consulente per l’esame autoptico visto che subito dopo aver accompagnato l’88enne in ospedale aveva fatto perdere le sue tracce. Ora è stato accertato che la donna è tornata in Moldavia. Con ogni probabilità ci vorrà dunque una rogatoria internazionale per il prosieguo di tutta la vicenda da un punto di vista giudiziario.
Il fatto ha scosso l’intera comunità cilentana. Maria Cristina Speranza era arrivata in ospedale a Vallo della Lucania in gravi condizioni il 13 dicembre scorso per un sospetto ictus. A portarla erano state la badante e una figlia della donna. Ma proprio qui i medici si sarebbero accorti che l’anziana si trovava in quelle condizioni per cause traumatiche, possibili percosse subite. È stato allora che la figlia dell’anziana ha ricordato che la madre le aveva accennato di aver subito maltrattamenti dalla badante, inviata da un’agenzia e che viveva con lei da pochi mesi. Piccoli cenni a cui non aveva dato subito peso non trovando riscontri, neppure sul fisico dell’anziana. Dopo dieci giorni in rianimazione e un intervento chirurgico Maria Cristina Speranza è deceduta.
Subito è scattata la denuncia da parte dei familiari, ma la badante nel frattempo si era già dileguata, tornando, come si è poi appurato in un secondo momento, nel suo paese d’origine. Ora dopo aver messo in campo tutti gli adempimenti burocratici, si attende che l’8 gennaio venga espletata l’autopsia che dovrà fornire ulteriori elementi per chiarire quanto effettivamente accaduto.
Daria Scarpitta