E’ stato assolto dalla Cassazione per non aver commesso il fatto. Fine di un incubo per l’imprenditore 40enne di Sala Consilina Enzo Casale rimasto coinvolto nel 2016 nella maxi inchiesta che portò all’arresto di 58 persone , tra cui 4 di Sala Consilina, per associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, estorsione e rapina. Si tratta dell’operazione Frontiera che sgominò gli affari del clan Muto e portò alla luce gli interessi e i legami della ndrina con il vallo di Diano, tra business del pesce e spaccio di droga, attraverso i rapporti tra il re del pesce Francesco Muto e il salese Vito Gallo. E casale era stato indicato proprio come complice e sodale di Gallo nel rifornirsi di droga a Cetraro e nel rivenderla nel Vallo di Diano. Per questo era stato condannato in primo e secondo grado a sei anni e otto mesi e aveva trascorso 4 anni e mezzo tra carceri di Potenza e di Polla. In tutto questo tempo però non ha mai rinunciato a difendersi, tenuto conto che Se gallo e il figlio erano stati condannati anche un terzo salese coinvolto Fabrizio Vitale era stato assolto. Nel corso della sua difesa Casale è riuscito a dimostrare che la sua presenza nell’auto di Gallo come le intercettazioni riguardavano solo il suo lavoro o erano delle casualità, riuscendo alla fine a non essere più considerato componente dell’associazione a delinquere orchestrata attorno ai Muto. Con ogni probabilità casale ora procederà per l’ingiusta detenzione chiedendo il risarcimento per questi anni trascorsi ingiustamente in carcere. L’operazione Frontiera nacque nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio Angelo Vassallo e riuscì a fare luce anche sulla bomba intimidatoria fatta esplodere nel 2014 dinanzi alla Conad di Sant’Arsenio per spingere il titolare a consegnare al clan la gestione della pescheria del supermercato.
Daria Scarpitta
Daria Scarpitta