Non solo polemiche ma anche guai giudiziari per l’assessore del Comune di Sala Consilina Michele Santoriello a cui è giunto l’avviso di conclusione delle indagini per quelle frasi infelici pubblicate su Facebook qualche mese fa . La Procura della Repubblica di Sala Consilina, infatti, ha aperto un fascicolo sulla vicenda e indagato l’assessore per l’ipotesi di reato prevista dall’art.145 del codice penale, ossia Istigazione a disobbedire alle leggi, punibile con la reclusione da sei mesi a 5 anni. Una bella gatta da pelare per Santoriello che, già preso di mira da politici, associazioni e gente comune per la sua filippica contro la giornalista Giuliana Sgrena, dovrà ora vedere se la vicenda giudiziaria andrà avanti, facendolo passare da indagato ad imputato. La notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati ha fatto riaprire la diatriba tra quanti ritenevano le sue frasi poco più che uno sfogo personale, un po’ eccessivo ma in fondo non pericoloso e quanti invece vedevano in esse un atto deprecabile tanto più perché compiuto da una persona con incarico istituzionale. Non a caso undici consiglieri comunali di vari Comuni del Diano all’epoca chiesero le dimissioni dell’assessore ma, l’amministrazione comunale di Sala decise di non procedere non ravvisandone la necessità, innescando però delle tensioni anche dentro la stessa maggioranza culminate con l’allontanamento del consigliere Elena Gallo.La frase finita nell’occhio del ciclone era un commento alla nota della Sgrena sulla vicenda dei marò italiani arrestati in India. La giornalista aveva giudicato negativamente l’interesse e l’operato del Governo in favore dei militari e Santoriello aveva postato : “Ecco perché i comunisti devono essere sterminati tutti alla Hitler maniera. Ai tempi della guerra in Iraq, fosse stato per me, l’avrei fatta marcire a Baghdad. Si tratta di una ignobile miserabile” . Una frase comunque dai toni forti che potrebbe costargli cara. Bisognerà vedere ora se l’assessore salese riuscirà ad evitare il processo così come ha schivato le dimissioni.
Daria Scarpitta