Solo tre mesi fa aveva cantato, ammiccato alle signorine presenti nell’aula consiliare del comune, raccontato le sue storie bellissime e si era definito scherzosamente “ un cavaliere senza cavallo “, in occasione dell’onorificenza che il Prefetto di Salerno era andato a tributargli fino a San Giovanni a Piro. Felice Magliano, il nonnino più longevo della Campania, vessillo di libertà e di amor patrio non c’è più. E’ venuto a mancare, presso l’ospedale di Sapri, martedì sera all’età di 108 anni e otto mesi, dopo alcune complicanze respiratorie seguite ad un intervento al femore a cui era stato sottoposto all’ospedale di Sapri. La famiglia ha avuto l’orgoglio e il piacere di vivere questa straordinaria persona , cantore di valori semplici e saggio dispensatore di consigli. Magliano a 27 anni, nel 1940, venne chiamato alle armi e nel ‘43 fu fatto prigioniero dai tedeschi a Montenero . Da quel momento in poi iniziò il suo calvario nelle prigioni tedesche: Libia, Albania, Serbia, Croazia, Dalmazia, Slovenia, Ungheria e Austria. Poi la Liberazione che lui festeggiava ancora oggi con grande gioia rimarcando il ruolo importante dell’America e dei partigiani. Era rimasto l’unico deportato della provincia di Salerno a poter ancora testimoniare quei tempi e gli orrori dei campi di concentramento alle nuove generazioni. “ Zio Felice “, così veniva chiamato in paese, era per tutti la storia vissuta, la resistenza, l’orgoglio patriottico ma anche l’esempio del vivere bene, dell’ironia come capacità di affrontare la vita in modo leggero ma non superficiale, di valori dimenticati, l’emblema del rispetto, della cortesia, dell’amore per la vita.
<< Dopo aver superato povertà, guerra, pidocchi, prigionia, fame, torture fisiche e psicologiche – dichiara commosso l’inseparabile nipote Sandro Paladino – neanche la morte ti ha battuto, l’hai vinta con le uniche armi che hai sempre usato nella tua vita, amore, libertà, simpatia e umiltà. Grazie per ogni attimo, ogni risata, ogni insegnamento! >>.