La procura della repubblica di Vallo della Lucania ha concluso l’indagine sui presunti appalti truccati al comune di San Giovanni a Piro. Ai 10 avvisi di garanzia già notificati nei mesi scorsi se ne è aggiunto un altro, indirizzato al sindaco Maria Stella Giannì. Secondo gli inquirenti il primo cittadino era bene informato delle manovre in corso nel palazzo municipale sui due appalti finiti nel mirino della magistratura ed entrambi aggiudicati alla cooperativa “Albastros”. Una cooperativa costituita, secondo quanto sostiene il sostituto procuratore Renato Martuscelli, da parenti ed elettori degli amministratori comunali. Il sindaco è accusato di turbativa d’asta in concorso con gli altri indagati per lo stesso reato tra cui: il vice sindaco Aberto Astone, il marito del primo cittadino Carlo Palumbo, titolare di un noto centro commerciale di Camerata, Gaetano Naopolitano allora presesidente della cooperativa e il responsabile dell’ufficio tecnico comunale Gerardo Raffaele Laino, quest’ultimo accusato anche di falso ideologico e in atti pubblici e abuso d’ufficio. Gli altri sei indagati componevano la cooperativa che si aggiudicò l’affidamento dei parcheggi e dei servizi portuali alla frazione Scario. Secondo la tesi della procura, “Albatros” ha vinto le gare perché amica dell’amministrazione ma la cosa più grave è che si è aggiudicata l’appalto nonostante fosse priva dei requisiti richiesti. All’epoca dei fatti, il 2010, era inattiva e non iscritta nell’apposito albo. Nel fascicolo d’inchiesta sui presunti appalti truccati al comune di San Giovanni A Piro ci sono almeno due fax che incastrano il vice sindaco Alberto Astone ed il noto commerciante Carlo Palumbo, marito del sindaco . Fax che dimostrerebbero come i due avrebbero pilotato il responsabile dell’ ufficio tecnico Raffaele Laino nell’ appalto e nei quali avevano indicato al dipendente comunale alcune cooperative da invitare alla gara. Altre invece, secondo quanto accertato dagli inquirenti, erano del tutto estranee all’incanto sull’affidamento dei parcheggi. Comunque alla fine l’appalto è stato assegnato all’ Albatros. La stessa cooperativa che nello stesso periodo si aggiudicò, con l’ affidamento diretto, anche la gestione dei servizi al porto. Pesante le accuse da cui devono difendersi a vario titolo gli 11 dieci indagati: vanno dalla turbativa d ‘asta all’abuso d’ufficio e al falso ideologico in atto pubblico.
Antonietta Nicodemo