Per curarsi fuori Regione d’ora in avanti sarà necessario munirsi di nulla osta. Il Consiglio di Stato ha di fatto accolto il ricorso presentato dalla Campania. Il dispositivo depositato ieri ha, in sostanza, ridato efficacia al decreto emanato dal governatore Stefano Caldoro il 31 dicembre dello scorso anno, con cui, il massimo esponente di palazzo Santa Lucia, in qualità di commissario ad acta per il piano di rientro dal disavanzo della sanità Campana, aveva inteso porre fine ai sempre più frequenti ricoveri fuori regione anche per patologie poco importanti con un notevole aggravio sulle casse regionali. Il decreto 156 era stato inizialmente impugnato dall’associazione italiana ospedalità privata per il Lazio e da alcune case di cura private ubicate nelle regioni confinati; il Tar aveva dato loro ragione, ma ieri i giudici del consiglio di stato hanno nuovamente capovolto i fatti e sospeso la sentenza del tribunale amministrativo. Oltre al ripristino dell’efficacia del decreto regionale il consiglio di stato ha ritenuto, che il contenzioso richieda approfondimento in sede di merito e quindi, ha fissato la trattazione nell’udienza del 9 gennaio 2014. Dunque, fino a nuovi provvedimenti per curarsi nelle strutture ubicate nelle regioni identificate nel decreto come confinanti, quali Basilicata, Lazio, Molise e Puglia, sarà necessario richiedere l’ok all’asl di riferimento sul comune di residenza. Il provvedimento tuttavia non varrà per tutti i casi, ma, in via sperimentale, solo per alcune patologie . Saranno soggette, a preventiva autorizzazione da parte di una speciale commissione di valutazione delle asl : gli interventi sulla retina, sul cristallino, sulle strutture intraoculari, malattie e disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico e connettivo ed interventi sul ginocchio senza diagnosi principale di infezione.
Roberta Cosentino